E’ entrato a Montecitorio con le sue buone maniere e la sua esperienza di politico locale. Ma dopo aver sentito sulla pelle il brivido della ‘fossa dei leoni’, Filippo Busin, deputato alla Camera nella diciassettesima legislatura, non vede l’ora che si formi il governo e che si aprano le danze. Si è registrato a Montecitorioed è cominciata nel vero senso della parola, la sua avventura nella politica di Roma.

Busin, ci racconta il suo impatto con Roma?

Mi sono accreditato consegnando i miei dati personali e una fotografia, registrando così, la mia firma digitale. Mi è stato consegnato un tesserino, più 2 di riserva nel caso lo smarrissi, con il quale devo svolgere le varie attività a Montecitorio. La prima cosa che abbiamo fatto è stata unire Lega Nord e Autonomie per fondare il Gruppo Parlamentare. Eravamo in 18 e dovevamo essere in 20. Il nostro capogruppo è Giancarlo Giorgetti.

Che emozione ha avuto all’entrare a Montecitorio?

L’emozione è stata subito fortissima perché ti rendi conto di essere al centro della vita politica vera. Anzi di più, sei nel cuore della vita democratica del paese, nel posto dove si possono fare le riforme e si può intervenire per cambiare le cose. Il luogo è solenne, sai di essere a Roma e ti incontri casualmente con persone che di norma vedi solo in tv e che sono i leader politici italiani.

Come sono questi ‘grillini’, di cui si parla tanto? E’ vero che si vestono come i figli dei fiori?

Ma quali figli dei fiori! Sono persone normalissime e nella folla non si distinguono. Nessuno si aspettava il successo che hanno avuto e in effetti hanno spiazzato i politici tradizionali. Al momento sediamo provvisoriamente, noi nella zona di centro destra, poi alla destra abbiamo Pdl fino a Fratelli d’Italia. Alla sinistra comincia il gruppo centro-sinistra con Pd, Udc e Sel. Il Movimento 5 Stelle si è seduto in alto, perché vuole dimostrare di non essere né di destra né di sinistra- Probabilmente i posti cambieranno e anche loro dovranno adattarsi a posizioni normali.

A Montecitorio siete al centro dell’azione. Qual è la sua missione?

Da quando sono sceso in politica anni fa, ho sentito nel cuore questa missione. La differenza tra la politica nazionale e locale è solo una questione di scala di grandezza, ma l’approccio che un amministratore deve avere è lo stesso. Si tratta sempre di politica e ci deve essere senso di responsabilità. Al momento, spero solo che si inizi il prima possibile. A volte sembra di essere in un’assemblea costituente cioè un’assemblea eletta e costituita per scrivere e riformare drasticamente , ma io mi auguro che si esauriscano velocemente le fasi preliminari, che parta la legislatura e che si faccia un governo. Questa è l’occasione buona per fare qualche riforma e dare il via al cambiamento.

Parliamo di cose più ‘terra-terra’. Il pranzo glielo offriamo noi o se lo paga di tasca sua?

Il pranzo me lo pago io e lo pago il giusto rispetto alla qualità. Bistecca, acqua e verdure per sedici euro, come in un qualsiasi ristorante in cui ci si ferma in pausa pranzo. Anche il pernottamento è a carico mio e un hotel 2 stelle costa ben cento euro. I viaggi invece sono spesati. Comunque i prezzi all’interno di Montecitorio sono aumentati e adesso sono in linea con i costi normali che si trovano al di fuori. Al momento non mi sento un privilegiato.

Anna Bianchini

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