“Il ministero dell’Ambiente ha bocciato il Piano regionale sul lupo”. Ad annunciarlo è il Consigliere regionale del Partito Democratico Andrea Zanoni in un comunicato congiunto con la senatrice Laura Puppato.

“La Regione – si legge nella nota – in data 25 luglio ha trasmesso al Ministero la delibera di Giunta 1080 del 13 luglio 2017 con oggetto ‘Gestione della specie lupo (Canis lupus) in Veneto – Proposta di adozione del regime di deroga previsto dall’articolo 19, comma 2, della Legge 157/1992 e dall’articolo 11 del Dpr 357/1997’. Nel piano venivano previste delle deroghe al regime di protezione del lupo previsto dalla Direttiva UE Habitat quali la ‘cattura ai fini di successiva captivazione permanente in struttura idonea (recinto) da individuare/costruire ex novo sulla base delle indicazioni dell’Ispra, previa sterilizzazione degli esemplari catturati’; sia la ‘cattura ai fini di successiva traslocazione in altro sito idoneo non interessato da rilevante attività di allevamento zootecnico sulla base di indicazioni dell’Ispra’. Il tutto è nato sotto la spinta dell’approvazione da parte del Consiglio della mozione targata Lega/Fratelli d’Italia, ovvero Finco/Berlato, per l’uscita della Regione dal progetto europeo Life Wolfalps sulla tutela e gestione del lupo in Italia, uscita che prevede la rinuncia degli importanti finanziamenti comunitari”.

“Tuttavia – prosegue il comunicato – il Piano è stato rigettato da Roma. La Direzione generale per la protezione della natura e del mare del Ministero dell’ambiente ha risposto alle richieste del Veneto affermando che ‘non si ritiene allo stato attuale di poter valutare la richiesta in oggetto. A margine di ciò si segnala che il ‘Progetto per un piano di gestione della specie lupo in Veneto’ presenta diverse carenze di istruttoria rispetto ai requisiti posti dal DPR 357/97 al fine della valutazione ed eventuale autorizzazione di una deroga’. La decisione della Regione di uscire dal progetto europeo Life WolfAlps ha messo in discussione tutte quelle misure ed attività necessarie ad arginare le predazioni di greggi e mandrie come le recinzioni e la dotazione di cani pastore specializzati, con i relativi indennizzi, utili a ristorare gli allevatori interessati da danni economici. E adesso la Regione non sa più che pesci pigliare: così, in un modo che appare schizofrenico, dopo aver approvato in conferenza Stato-Regioni l’impossibilità di concedere deroghe a singole regioni su progetti di questa natura nazionale, le chiede, inventandosi catture e recinti per lupi da detenere in cattività e le sterilizzazioni, come se si trattasse di cani randagi. Zaia dovrebbe sapere che i lupi non sono cani randagi. Era perciò scontata la risposta del Ministero che ha cassato queste bizzarre soluzioni dichiarate improponibili ed inaccettabili già nel 2014 dallo stesso Ispra, organo statale tecnico scientifico demandato a indicare le misure utili per contrastare le predazioni. Se si vuole affrontare il tema del lupo e delle predazioni seriamente,  bisogna evitare di agire sotto l’azione dell’emotività utilizzando un approccio scientifico in modo da salvaguardare sia gli animali che gli allevatori”.

 

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