Il Veneto compie un grande passo avanti in campo sanitario ed entra nel gotha della Sanità qualificata in grado di offrire supporto a chi soffre di disturbi di identità di genere o ha bisogno di assistenza qualificata dopo aver subito un intervento per cambiare sesso.

600mila euro di investimento dalla Regione in 3 anni, per istituire il primo centro di riferimento regionale per i disturbi dell’identità di genere. E’ il Policlinico privato-convenzionato di Abano Terme il luogo prescelto, convenzionato con la Ulss 6 di Padova, che al suo interno ospiterà un team multidisciplinare in grado di seguire il paziente passo dopo passo nelle delicate fasi che seguono gli interventi di cambio di sesso o nei casi di disturbo di identità di genere.

“Una decisione presa nel segno della qualità e della modernità che mette un servizio di alta specializzazione a disposizione di persone che si trovano in una condizione del tutto particolare, che può comportare sofferenza psicologica  e fisica – ha commentato Luca Coletto, assessore alla Sanità –

Una sanità che si rispetti ha l’obbligo morale e scientifico di dare risposte alla sofferenza di ogni tipo”.

600mila euro l’investimento, con un finanziamento massimo di  200mila euro l’anno per gli anni 2018-2019-2020.

“La scelta di Abano non è casuale – ha aggiunto Coletto – perché in quella struttura, privata convenzionata con l’Ulss 6 di Padova, ci sono importanti professionalità specifiche, che rispondono alla necessità di concentrare le competenze multidisciplinari e multispecialistiche per affrontare la complessità delle tematiche connesse a questi disturbi, con un’organizzazione che sappia farsi carico del paziente dall’inizio alla fine del percorso, esattamente come si fa, con grande successo, all’interno delle Breast Unit per la presa in carico totale delle donne colpite da tumore al seno”.

Non a caso, il team specialistico che lavorerà al Policlinico di Abano sotto il coordinamento del dottor Angelo Porreca, si compone di psicologi, urologi, internisti, specialisti chirurghi e chirurghi estetici, nonché di esperti di ematochimica che seguiranno il paziente anche nella fase post chirurgica acuta, in particolare per il delicatissimo aspetto dei dosaggi ormonali.

La struttura sanitaria aponense entra così di fatto nel ristretto gotha internazionale dei centri per queste patologie e ha già avviato un rapporto di collaborazione con quello dell’Università di Belgrado che, con Londra, costituisce la massima autorità internazionale in materia.

“Siamo di fronte a una nuova eccellenza tutta veneta – ha concluso Coletto – Finora questi problemi in Italia venivano affrontati senza la caratteristica della presa in carico totale del paziente che invece, a maggior ragione dove i problemi psicologici si abbinano a quelli clinici e chirurgici, è assolutamente indispensabile”.

A.B.

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