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Fusione Avs, scatta l’esposto: “Utili inutilizzati e finanziamenti a vantaggio dei soliti noti”

L’acqua finisce in procura. Il Movimento 5 Stelle ha depositato un esposto alla Procura della Repubblica di Vicenza in merito ad una serie di operazioni attuate dalle società di gestione del servizio idrico integrato vicentino, evidenziando perplessità sull’emissione delle obbligazioni nel periodo antecedente alla fusione.

Il ‘matrimonio’ di Avs (Alto Vicentino Servizi) con Acque Vicentine, che unendosi hanno dato vita ad un’unica società partecipata (ViAcqua), non era stata contrastata dai pentastellati locali, che tuttavia si erano riservati di volerci vedere chiaro in merito alla gestione della fusione.

Nel microscopio sono finiti i documenti del progetto di fusione, dai quali secondo i 5 Stelle “Emergono alcune perplessità. In particolar modo non sembrerebbero essere molto chiare le operazioni di emissione di obbligazioni effettuate da entrambe le società prima della fusione”.

Ecco i dati sui quali si concentra l’esposto: “Acque Vicentine e Avs, in data 3 luglio 2014 emettevano obbligazioni rispettivamente pari a 26 milioni e 18 milioni di euro, in entrambi i casi con sottoscrizione da parte di Viveracqua Hydrobond 1 S.r.l.”.

Un’operazione che secondo i pentastellati deve essere approfondita da chi di dovere: “Risulta quanto mai singolare la prossimità temporale tra l’emissione delle succitate obbligazioni e l’operazione di fusione – sottolineano i 5 Stelle – Entrando più nello specifico Viveracqua Hydrobond 1 S.r.l. è una società di cartolarizzazione dei crediti, specializzata nell’acquisto a titolo oneroso di crediti pecuniari esistenti e/o futuri con un modesto capitale sociale di 10mila euro di proprietà a propria volta di un’altra società denominata SVM Securitisation Vehicles Manangement. Entrambe hanno sede legale a Conegliano Veneto”.

Come riportato nell’esposto, SVM Securitisation Vehicles Manangement S.r.l. sarebbe poi a sua volta di proprietà di Stichting Cima, financial holding avente sede ad Amsterdam. “Si potrebbe pertanto ipotizzare che sia Stichting Cima ad aver finanziato Acque Vicentine S.p.A. e AVS S.p.A. ed esistono altresì rapporti di Viveracqua Hydrobond 1 S.r.l. con la BEI (Banca Europea per gli Investimenti), con Banca Monte Paschi di Siena e con la BCC Brendola”, continuano i pentastellati.

Per gli esponenti del Movimento 5 Stelle, è inoltre da chiarire la presenza di derivati dell’allora Banca Popolare di Marco VantinVicenza di proprietà Acque Vicentine S.p.A. e l’acquisto, seppur modesto, di obbligazioni dell’allora Veneto Banca S.p.A. da parte di Avs S.r.l., che ha generato una perdita.

“Siamo in presenza di operazioni che interessano molto denaro chiesto a prestito con relativi interessi a carico degli utenti, e al contempo di importanti utili non utilizzati, per esempio per estinguere finanziamenti con conseguente riduzione degli stessi e delle tasse a carico degli utenti – è il commento dei pentastellati – e sembrerebbero quindi essere presenti anche operazioni non etiche, come l’uso di prodotti finanziari anche derivati che non sarebbe opportuno interessassero aziende pubbliche o partecipate dal pubblico. Sembra che ci sia stato un ricorso smodato a forme di finanziamento che sembrano quasi a vantaggio dei soli emettitori e a svantaggio dei cittadini utenti”.

L’esposto, firmato da Barbara Guidolin, senatrice, la deputata Sara Cunial, il consigliere regionale Manuel Brusco e i consiglieri comunali di Schio, Caldogno, Piovene Rocchette, Monticello Conte Otto, Noventa Vicentina e Sandrigo, chiede che vengano disposti opportuni accertamenti sull’argomento, valutando gli eventuali profili di illeceità penale degli stessi e, nel caso, individuare i possibili responsabili e procedere nei loro confronti.

Anna Bianchini

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