“Se tutti osservassero la terra dall’alto il mondo sarebbe un posto migliore”. Parola di Stefano Maruzzo, fotografo professionista, famoso per le foto scattate dal cielo a bordo di un parapendio a motore.

52 anni, originario dei Colli Berici, fotografo di professione con alle spalle ventuno annida cameraman e quindici con le televisioni private.

“Ho acquistato la prima Reflex a 16 anni e non mi sono più fermato”, ha detto, passando in rassegna scatti che ritraggono ville, montagne, laghi, appezzamenti di terra e animali.

Foto che tolgono il respiro, che fanno vedere il mondo da un’altra prospettiva e mettono tutto e tutti allo stesso livello.

Maruzzo, come nascono le sue foto?Camosci Stefano Maruzzo

Parto quando mi viene voglia e vado dove voglio. Volo seduto con una macchina al collo e quando vedo qualcosa che mi colpisce, comincio a scattare.

Com’è vedere il mondo dall’alto? E’ ben diverso da un aereo, perché dal parapendio non ci sono barriere.

Il mondo osservato dall’alto è stupendo. Non sempre riesco a trasmettere in fotografia quello che vedo o che percepisco. Però le foto sono perfettamente in grado di emozionare, me ne rendo conto anche quando le presento a qualche serata. Entrano nel cuore.

Animali, ville, montagne. C’è di tutto nei suoi scatti. E’ più interessante la natura o l’architettura?

Per me l’entusiasmo è uguale. Sono tutte esperienze ricche di soddisfazioni. Un giorno avevo pubblicato alcune foto di ville venete e mi sono state richieste per un libro fotografico, le aveva viste l’autore.

Lei ha anche collaborato con pubblicazioni importanti…

Collaboro con Meridiani, ho fatto un bellissimo speciale ‘Piccole Dolomiti’. National Geographic ha selezionato più volte alcuni miei scatti e ho vinto molte il volte il primo posto tra decine di migliaia di scatti a livello mondiale.

_X1C2736Qual è la cosa più difficile del suo lavoro?

Far percepire la bellezza da un altro punto di vista. Ma ammetto che non è difficilissimo. Chi guarda il mondo dall’alto rimane esterrefatto.

Da quando vola è cambiato qualcosa nella sua vita?

Sono diventato più ecologista. Dall’alto si vede il bello ma anche il brutto. Ho visto scorci di paesaggi strepitosi ma anche cumuli di rifiuti. Ho visto pezzi di storia che sono andati perduti. Nel vicentino abbiamo un territorio meraviglioso, che non esiste in nessun altro posto del mondo. Peccato che l’industrializzazione selvaggia in alcuni casi ha cambiato il paesaggio in modo irreparabile.

Qual è il posto preferito dove va spesso a scattare foto?

Volo dai Colli Berici, che sono la nostra piccola Toscana, alle Dolomiti, in assoluto il mio ‘set’ preferito.

C’è qualcosa che non le piace, che vista dall’alto l’ha colpita in modo negativo?

La super strada Pedemontana è uno squarcio terribile. Mi fa orrore la Valdastico nord. In questi casi preferisco soffermarmi sulla natura.

Lei con le sue foto sta facendo conoscere l’Alto Vicentino nel mondo…IMG_0906

Sì, soprattutto la bellezza delle sue montagne. Poi ci sono le trincee della guerra, che sono delle vere cicatrici sulla superficie della terra. Mi piace immortalare gli animali, le ombre che proiettano sulla neve. Inverno o estate hanno entrambi un fascino incredibile, non esiste una stagione preferita.

Anna Bianchini

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