Quanto è emerso ieri dall’incontro pubblico che si è tenuto al cinema Aurora di Malo, che doveva servire ad illustrare lo studio di fattibilità circa l’importanza della fusione tra i Comuni di Malo e Monte di Malo, è che alla gente comune non gliene importa più di tanto.

fusione male pubblicoCirca ottanta, ad essere generosi cento, considerando chi entrava e chi usciva, le persone presenti alla serata voluta dal Comune di Malo.

Presente il primo cittadino Paola Lain, il sindaco di Monte di Malo Mosè Squarzon, il consigliere regionale Veneto Nicola Finco, oltre ai responsabili dello Studio Maggioli, che hanno curato l’esposizione dei principali dati emersi. Invitati tutti i consiglieri dei Comuni di Malo, Monte di Malo e S. Vito di Leguzzano e i rappresentanti di tutte le associazioni territoriali e di categoria. Sarà stata sbagliata la scelta della location, sta di fatto che a regnare nell’aria era quel senso di vuoto dovuto a tutte quelle poltrone vuote.

Ma se l’incontro è stato disertato dalla popolazione, alla quale piace più smanettare sui social piuttosto che andarsi ad erudire di persona, l’incontro è stato molto partecipato dagli addetti ai lavori. Oltre al sindaco di San Vito di Leguzzano, che sembra molto interessato all’argomento, persino il primo cittadino della lontana Posina, Andrea Cecchellero, che è andato via dopo aver stilettato il consigliere regionale, Nicola Finco, ribadendo quello che ormai è risaputo: la sua contrarietà all’operazione fusione dei comuni.

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Interessante ed illuminante la relazione sullo studio di fattibilità dello Studio Maggioli, che ha promosso, forse con troppa energia che è apparsa ‘di parte’, l’operazione che il comune di Malo non ha messo in cantiere per via del  forfait del corteggiato comune vicino.

Paola Lain non ha nascosto la delusione per quel ‘matrimonio’ con Monte di Malo che pensava fosse cosa certa fino a quando il collega Mosè Squarzon non si è tirato indietro. Ieri sera, al cospetto di Confartigianato, presente con la rappresentanza di un attento  Nerio Dalla Vecchia, è apparsa sicura di sé e a tratti aggressiva. Qualcuno le ha attribuito una caduta di stile quando ha rievocato platealmente un brindisi con Squarzon che l’avrebbe  illusa e che oggi è come se la facesse sentire tradita.

 

A questo attacco Squarzon ha risposto con le argomentazioni di sempre, ribadendo quel ‘no’ che i suoi concittadini gli hanno espresso in questi mesi e che lui ha voluto rappresentare senza chiudere però le porte. Il giorno dopo l’incontro, sui social, tanto per cambiare, si sono scatenati i commenti di chi ribadisce la propria convinzione che la fusione si dovesse fare e chi invece non solo è contrario, ma ha giudicato maldestre le modalità con cui le cittadinanze sono state informate su un argomento, che sarebbe dovuto essere illustrato in maniera più popolare e accessibile anche a chi ha il diritto di comprendere il significato di quei paroloni che compongono lo studio di fattibilità.

fusione dalla vecchiaNon è mancato nemmeno il commento dell’opposizione di Elisa Gonzo che pur dichiarandosi favorevole alla fusione ha giudicato ritardatario l’incontro di ieri sera: “Questa serata il comune l’avrebbe dovuta organizzare diversi mesi fa. Ecco perché è stata disertata”.

Di altro parere chi sui social network ha fatto chiaramente capire che l’argomento è di scarso interesse popolare.

Sono rimaste impresse a molti le parole di Andrea Cecchellero, il quale ha ricordato a Finco, collega di partito,  che non è con la promozione delle fusioni che si risolvono i problemi dei cittadini alla luce dei tagli di Roma, invitandolo piuttosto a dare il proprio contributo al percorso dell’autonomia del Veneto. Quella che a suo dire, sarebbe davvero la soluzione più incisiva per i cittadini e per tutti i territori.

“Non è con le fusioni che si risolvono i problemi, non è falciando quello che in Italia funziona ancora che si fa il bene dei cittadini”, ha concluso Cecchellero.

di Redazione Altovicentinonline

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