“Ma quale ‘legge carega’ per rimanere consiglieri a vita, l’elezione dei rappresentanti dei cittadini spetta ai cittadini stessi e sono loro a stabilire chi continuerà ad essere consigliere e chi no”.

Nessuna legge ‘Win for life’ (come l’aveva definita Jacopo Berti, leader pentastellato) e non ci sarebbe quindi nessun privilegio da salvaguardare, secondo Marino Finozzi, consigliere regionale della Lega, che pur avendo sottoscritto la fine del limite a due legislature per lui e i suoi colleghi, sottolinea quanto il loro mandato sia sottoposto in ogni caso al volere del popolo.

“Innanzitutto  il vincolo dei due mandati per i consiglieri regionali , non è presente in nessun’altra regione, solo il Friuli ma si fermano a 3 – ha spiegato – Averlo tolto non significa che ci saranno consiglieri a vita, significa solo che gli elettori avranno la libertà di poter scegliere il consigliere che preferisce così come succede nei comuni dove il sindaco ha il vincolo ma i consiglieri no. Saranno poi i cittadini, con le loro preferenze personali, a decidere chi merita di essere riconfermato e chi deve tornarsene a casa”.

Finozzi sottolinea però, come il cambiamento della legge elettorale sia la vera riforma, che riguarda il premio di maggioranza e “si conferisce alla maggioranza la possibilità di lavorare tranquillamente anche se qualcuno dei consiglieri, per motivi istituzionali, non può essere presente. Considerato che dal 2015 abbiamo ridotto il numero di consiglieri da sessanta a cinquanta, la differenza tra maggioranza e opposizioni era di soli 7 consiglieri compreso il presidente Zaia. Visto che alcuni, a causa di impegni ai quali siamo tenuti a presenziare, a volte potevano essere assenti, questo metteva a rischio il numero legale del consiglio. Con la riforma abbiamo aumentato la differenza tra maggioranza e opposizione senza aumentare il numero di consiglieri e abbiamo previsto, così come succede nei comuni con più di 15mila abitanti, che gli assessori siano incompatibile con la carica di consiglieri”.

Finozzi rigetta in toto anche le critiche mosse da Jacopo Berti, consigliere capogruppo del Movimento 5 Stelle a Venezia, con le quali il leader pentastellato ha accusato Luca Zaia di essere troppo poco presente e la giunta di aver approvato una manovra, che con l’aggiunta di 10 assessori esterni compoprta un aumento di spesa che il ‘grillino’ aveva quantificato in 5-6 milioni di euro.

“Per quanto riguarda la spesa per gli assessori esterni, si tratta di 780mila euro l’anno per 5 assessori, perchè 5 sono già a bilancio – ha commentato Finozzi – In merito alle presenze di Zaia in consiglio invece, Berti è l’ultimo che deve parlare. Intanto bisogna ricordare che il presidente Zaia è presidente della giunta e non del consiglio. La giunta si riunisce una volta alla settimana durante tutto l’anno, Natale e Ferragosto compresi. Mi risulta che in questi ultimi 3 anni, Zaia sia mancato forse 2 o 3 volte e sempre per motivi istituzionali dovuti all’incarico che ricopre. Jacopo Berti invece, che non ha altri incarichi se non quello di partecipare ai lavori del consiglio, risulta quartultimo nella graduatoria delle presenze in aula, ben al di sotto di qualche assessore impegnato con le proprie deleghe. E anche il resto dei consiglieri 5 Stelle rientra tutto nella parte bassa della graduatoria, quindi non capisco proprio con che coraggio facciano certi proclami. Ricordo inoltre – ha concluso Marino Finozzi – che grazie  ad  una mia proposta di qualche anno fa, il consiglio regionale ha approvato una legge con la quale i consiglieri che ritengono che il loro stipendio sia eccessivo rispetto al proprio impegno, lo possono restituire tutto o in parte. Nessuno dei consiglieri, 5 Stelle compresi,   ha utilizzato questa opportunità”.

Anna Bianchini

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