“Andare a votare è un dovere civico oltre che un diritto inalienabile ed è inaccettabile che un rappresentante istituzionale esorti all’astensionismo”.

Con queste parole Erik Umberto Pretto, segretario provinciale della Lega Nord, ha aspramente criticato Jacopo Bulgarini d’Elci, candidato sindaco a Vicenza, che in riferimento al referendum per l’autonomia del Veneto in programma il 22 ottobre, ha invocato “l’astensione contro il costoso e luccicante plebiscito di Luca Zaia”.

“Bisogna rafforzare la nostra capacità di negoziare con lo stato, sentendo l’opinione del Veneto e dimostrando che tutti vogliono più autonomia” aveva detto il governatore della regione Zaia, scatenando positivi riscontri da chi condivide la sua teoria e ponendosi in contrasto con chi invece considera inutile il referendum.

Erik Umberto Pretto è rimasto colpito dalla dichiarazione di Bulgarini D’Elci, delfino del sindaco di Vicenza e considerato il suo successore naturale. “In qualità di segretario provinciale della Lega Nord – Liga Veneta di Vicenza ritengo ottusa e certamente maldestra l’uscita sulla stampa di Jacopo Bulgarini d’Elci, candidato alle primarie del centro-sinistra in vista delle elezioni amministrative di Vicenza 2018, con la quale consigliava l’astensione al Referendum del 22 ottobre sull’autonomia del Veneto – ha dichiarato Erik Umberto Pretto – L’esercizio del voto è un diritto inalienabile, che dobbiamo anche considerare come un dovere civico. È infatti dovere di ciascun cittadino esprimere, quelle poche volte che ci è concesso, la propria opinione su tematiche di fondamentale importanza che possono cambiare le sorti delle nostre comunità e del territorio in cui viviamo. Appare surreale che un candidato sindaco, che si appresta a chiedere il voto dei cittadini vicentini per soddisfare le sue legittime ambizioni personali, consigli agli stessi cittadini di non recarsi a votare per un referendum così importante”.

Per avvalorare il suo pensiero, Pretto tira in campo anche Paolo Borsellino,  magistrato ucciso perché ‘scomodo’, che aveva detto: “Il cambiamento si fa dentro la cabina elettorale, con la matita in mano”.

Secondo Pretto “In un vero Stato di diritto, le consultazioni popolari dovrebbero essere obbligatorie e soprattutto vincolanti su questioni di primaria importanza. Il voto non è uno strumento che va utilizzato soltanto quando ci fa comodo. In questo caso, è fondamentale esprimersi in favore o contro l’attribuzione alla nostra regione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia. Non è forse determinante, per noi veneti, avere maggiori risorse per gestire in autonomia le politiche sociali ed economiche, le tematiche sanitarie e scolastiche, per condurre le nostre comunità ed il nostro territorio a più alti livelli di qualità della vita e di sviluppo sostenibile? Incitare al non-voto significa sabotare la democrazia”.

Il partito del ‘non-voto’ però cresce. E dopo Luciano Benetton, che ha definito il referendum una “stupidaggine” e Matteo Marzotto, che ha paragonato il Veneto alla Gran Bretagna della Brexit, a Schio si è fatto notare il consigliere di minoranza CarloCarlo Cunegato Cunegato, leader di TesSiamo Schio, che ha deciso di appoggiare l’astensionismo.

“Non sono contrario all’autonomia, sono contrario al referendum stesso – ha spiegato Cunegato – Se io dicessi di votare ‘no’, significherebbe dichiarare di non volere l’autonomia del veneto. Cosa che non sarebbe vera, perché io sono convinto che serva più potere ai territori. Il referendum del 22 ottobre secondo me non ha a che fare con l’autonomia, ma è un escamotage della Lega per ottenere maggiori consensi, dopo il crollo dei consensi nelle regioni del nord, causato da Matteo Salvini e la sua politica nazionale. La legge consente già alle regioni di fare un iter verso l’autonomia, lo sta facendo l’Emilia Romagna. Giancarlo Galan lo aveva proposto quando era governatore e Silvio Berlusconi era al governo con Luca Zaia e Roberto Maroni come ministri. Non hanno messo in piedi l’iter allora, che erano al governo e lo vogliono fare ora con un referendum? Credo – ha concluso – che questo referendum sia solo un modo per gettare fumo sugli occhi dei cittadini”.

Anna Bianchini

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