Continuano a Schio gli appuntamenti per il Centenario della Prima Guerra Mondiale.

Domenica 11 dicembre alle 21 al Teatro Civico, andrà in scena la terza puntata di un viaggio che, iniziato nel 2014 si concluderà nel 2018. Un viaggio assieme a Giovanni e Antonietta, i due giovani scledensi, incontrati all’inizio della guerra, ci porteranno alla conclusione del conflitto passando attraverso la sofferenza umana della Grande Guerra assieme a quegli uomini, forti e tenaci ma anche deboli e indifesi, che furono ‘lanciati’ nell’assurdità di un martirio collettivo.

Sarà un ripercorrere i fatti avvenuti a Schio e sul Novegno nel 1916. L’istituzione della casa di tolleranza con la feroce diatriba tra i cattolici scledensi e le autorità militari. La fucilazione a Magrè dei due soldati che in libera uscita non salutarono l’ufficiale incontrato per strada. La battaglia del Novegno durante la Strafexpedition.

Troveremo i soldati attesi dai civili, soprattutto dalle donne, le loro mamme, amanti, sorelle, che li aspettavano osservando le montagne, illuminate a giorno dai colpi di cannone. I soldati divengono ricordi e fantasmi di ciò che è stato, seguiti e minacciati costantemente da quella donna che non genera, ma che porta via con sé, la Morte, rappresentata dall’artista locale Regina Letter; le scene saranno accompagnate dalla musica dal vivo con Alberto La Rocca, Piero Bonato, Luca Nardon e dai brani originali prestate allo spettacolo da Giovanni Bonato. Il coro Ges ed i rievocatori in divisa dell’Associazione IV novembre accoglieranno il pubblico all’interno del teatro, all’inizio dello spettacolo. Gli attori della compagnia Le Ore Piccole, dirette da Rudy Anselmi, Mauro Lazzaretti ed Elena Boninsegna, saranno quei giovani ragazzi piena di vita, che senza capirne fino in fondo il motivo, se la giocarono nella roulette della guerra.

Questa terza puntata sarà una riflessione sulla libertà di cui oggi godiamo, a cui non diamo importanza tanto è scontata, ma che fu ottenuta anche grazie al loro sacrificio disinteressato, perché forse non capito.

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