E’ un progetto di legge quadro a tutela degli animali da affezione molto variegato quello che il consigliere animalista del Pd Andrea Zanoni, europarlamentare e presidente della Lega per l’Abolizione della Caccia, presenterà tra circa un mese al consiglio regionale del Veneto.

Un programma che il politico di Paese (TV) ha presentato sabato scorso durante un incontro con i volontari dell’associazione animalista Anpa a Thiene, mirato non solo a prendere a modello gli stati del Nord Europa ma anche a dare un maggior raggio d’azione ai volontari che si occupano di salvare gli animali abbandonati o maltrattati.

‘E’ una legge innovativa – ha spiegato Zanoni – che andrebbe a sostituire una legge datata che risale a 25 anni fa e che non è più al passo con i tempi, la n. 60 del 1993. Siamo indietro sia rispetto all’Italia, se prendiamo in considerazioni le leggi della Lombardia, per esempio, molto più avanzata per quanto riguarda la tutela degli animali, sia all’Europa dell Nord, dove i paesi hanno già da anni votato leggi innovative per la salvaguardia degli animali’

andrea zanoni

La legge di Zanoni sottoscriverebbe l’obbligo del microcip anche per i gatti, e un giro di vite per quanto riguarda lo scoppio di botti e fuochi d’artificio. ‘La legge prevede – ha spiegato Zanoni – che certi comportamenti contrari al benessere degli animali vengano vietati e sanzionati, quindi vieterebbe anche l’uso di botti e quello di sparare vicino a zone dove ci sono animali, per esempio le colonie feline’.

Poteri più ampi sarebbero dati inoltre alle associazioni di volontariato che operano in favore di animali abbandonati. ‘Vogliamo che le associazioni – ha detto l’europarlamentare – abbiano più poteri e possano accedere alle banche dati della Ulss, per rintracciare ad esempio più velocemente il proprietario di cani dispersi o scappati. A questo scopo servirà anche la creazione di una consulta regionale dove si siedano insieme le associazioni stesse, la Regione e le Ulss. Ad oggi purtroppo le associazioni sono lasciate letteralmente a sé stesse, per esempio nella gestione delle colonie feline. Non è giusto che per volontari, che dedicano anima e corpo per aiutare gli animali in un ruolo che ha risvolti positivi per la collettività, ci sia un così pesante carico anche economico’.

Per chi commette crimini contro gli animali è previsto infine il divieto di poterne avere altri, come già accade in alcuni paesi del Nord Europa, dove esiste ed è attiva una banca dati per permettere l’identificazione di chi ha già subito condanne per maltrattamenti.

 

Marta Boriero

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