La veterana proloco di Zanè ha chiuso i battenti ma sembra essere iniziata sotto i più cattivi auspici la prima riunione ufficiale di venerdì scorso per l’elezione delle nuove leve, che ha contato, seppur sotto gli occhi di numerosi soci, zero mani alzate.

 

Lo sfogo del presidente dimissionario Gianguido Pellegrini è spontaneo e molto schietto. L’amarezza che traspare dalla voce è chiara, visto che nessuno ha voluto raccogliere il testimone simbolo del volontariato per eccellenza di un intero paese. Ma lascia poi il posto ad una analisi piuttosto disincantata su una certa aria di crisi che oggi, ne è convinto Pellegrini, sta interessando il mondo del volontariato.

 

‘Sia ben chiaro – ha precisato subito Pellegrini – non sono le persone che vogliono dare una mano ed essere d’aiuto, per esempio, a montare un palco o a servire bibite quelli di cui oggi siamo carenti. Di queste persone ce ne sono tante, oserei dire sempre di più. Quel che manca è proprio quella figura di volontario che sia soprattutto un organizzatore. E per fare un direttivo proloco ci vogliono minimo 7 persone che, magari non con gli stessi obblighi, devono avere queste caratteristiche. Ecco, per questi ruoli nessuno ha voluto impegnarsi.’

 

zanè ed i suoi anziani

Perché la carica stessa di presidente porta con sè delle responsabilità, anche legali, e sicuramente implica molto tempo da dedicare a risolvere problematiche economiche e, importantissime, sulla sicurezza e la salute. Non occorre ricordare la rilevanza mediatica che hanno avuto i casi di intossicazione, che sembravano inizialmente riconducibili ad alcuni pasti avariati serviti durante la ‘sagra dei bigoli co l’arna’ dello scorso ottobre. E se anche il ragù era stato ‘scagionato’ dopo accurate analisi presso la Ulss 4, fatto sta che la batosta è stata certamente dura da digerire.

 

‘Escludo totalmente – precisa l’ex presidente – che i casi di intossicazioni associati alla sagra siano il motivo a causa del quale non troviamo volontari. Ribadisco quel che vedo con i miei occhi, una crisi del volontariato che sta investendo il mondo della solidarietà in generale. Lavorare per la proloco significa partecipare a riunioni, collaborare con il comune, occuparsi di altre numerosi eventi, tra i quali la festa dell’anziano, per ricordarne solo uno. La proloco di Zanè non è solo ‘sagra dei bigoli co l’arna’.

 

Pellegrini non si dà comunque per vinto, anzi. ‘Tra una ventina di giorni – ricorda –  fisseremo una nuova assemblea. La speranza è che per quel momento qualche volontario si sia convinto a darci una mano’.

 

Marta Boriero

 

 

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