Non solo ha il talento del campione del mondo, ma anche la spigliatezza del bravo imprenditore di se stesso, l’umiltà del ragazzo ‘pulito’, che si è sudato quel titolo e che vuole farlo valere. Forse non tutti sanno che ha anche i colori di Thiene la Coppa del Mondo della Gelateria 2016 grazie alla presenza, nel team italiano vincitore a Rimini a fine gennaio, del giovane chef Alberto Carretta. Un esempio di talento ed un nome che sembra destinato ad altri successi. Alberto è un ragazzo simpatico e ti guarda dritto negli occhi quando ti parla. Senti il suo fermento creativo dopo pochi istanti. Si è presentato al Comune di Thiene accompagnato da mamma, papà e fratello.

Carretta01“Abbiamo voluto presentare alla città questo talento nostrano – ha detto Giampi Michelusi, Assessore all’URP e al Tempo Libero, esordendo alla conferenza stampa in Municipio – che ha creduto nei sogni e, lavorando con passione, ha raggiunto un obiettivo importante della propria carriera professionale, facendo risaltare il nome della città di Thiene”.

Giunta alla VII edizione, la manifestazione biennale, promossa da Sigep, è una tra le più importanti al mondo nel settore della gelateria e del dolciario artigianali e come vetrina europea primaria del coffee & bakery. Il prestigioso trofeo è stato vinto dalla squadra italiana con un menu ispirato al tema “Il contrasto del mare”.

Il team era guidato da Diego Crosara di Altavilla Vicentina e composto dal gelatiere Luigi Tirabassi di Subiaco, dallo chef Alberto Carretta di Thiene, dal pasticciere Antonio Capuano di Riccia e dallo scultore del ghiaccio Amelio Mazzella di Regnella di Bacoli.

IMG_20160201_153936“Ho deciso di partecipare al concorso Sigep Gelato d’Oro – racconta Alberto Carretta – per sfida personale e per portare la mia filosofia di cucina e di vita ad un livello superiore. Ho partecipato quindi alle selezioni della Coppa del Mondo con una certa apprensione. Quando sono stato scelto per portare i colori dell’Italia è stato un momento magico e di grande orgoglio. Con il team abbiamo lavorato duramente per gli allenamenti nel corso del 2015, in un anno che è stato tutto all’insegna della ricerca di nuovi gusti e di emozioni da trasmettere in un unico buffet, quello che avremo presentato alla finale mondiale”.

Il compito affidato ad Alberto Carretta era quello di abbinare il gelato gastronomico, quindi salato, a finger food caldo.

Carretta ha realizzato come primo finger cannolo di pane al pomodoro, su base di spuma di alici, mousse di caprino e zenzero, composta di cipolla rossa di Tropea e lamponi, crema pasticcera alle alici e gelato al riccio fritto. Il secondo finger era composta da una base di frolla salata alle mandorle, lime e parmigiano, appoggiato sopra il gelato al riccio, poi un pan di spagna al basilico, una gelatina di peperone rosso e limone, sarda fritta con cialda di olive taggiasche.

La proposta per il terzo finger era composto da tortello di gambero rosso, appoggiato su finta cozza con nero di seppia e parmigiano, schiuma di cetriolo, gelato al riccio, crumble di capperi di pantelleria e cappero fritto.

Con una passione per la cucina creativa maturata sin dall’infanzia e per la musica, che lo ispira nella ricerca di nuovi piatti, Alberto Carretta ha alle spalle un ricco percorso di esperienze lavorative che comprendono pizzeria, rinomati ristoranti di pesce ed osterie.

“Volevo portare il mio Paese molto in alto – precisa il giovane chef thienese – e credo nella valorizzazione del nostro territorio, ricco di grandi tradizioni che rischiano di essere dimenticate dal ritmo frenetico della vita quotidiana. Penso sia importante però anche viaggiare ed ampliare le nostre conoscenze con le culture e le filosofie degli altri Paesi. Il mio sogno nel cassetto è partecipare nel 2018 al concorso mondiale di cucina Bocouse d’Or di Lione in Francia”. A breve uscirà anche il suo primo video di presentazione, con nuove idee e suggerimenti per un rinnovato modo di pensare la cucina.
Carretta02‘Sin da bambino mostrava interesse per la cucina – ha raccontato la mamma di alberto orgogliosa ed emozionata per quel ‘gioiello’ di famiglia – ricordo che alla scuola materna giocava fingendo di preparare pietanze per le sue compagne. Adorava gli stampini e si sentiva già che la sua strada era quella”
“E’ un ragazzo vivace – ha preso la parola il papà – Alberto è un figlio d’oro, che non si ferma mai. So che ha tanta strada da fare e siamo solo all’inizio”.
Alberto mi invita a prendere un’aperitivo. Metto da parte i miei impegni di lavoro e andiamo nel locale accanto al comune. Voglio conoscerlo meglio quel ragazzo che ti rincuora e ti fa capire che la gioventù della nostra società non è tutta bruciata da social network e videogiochi. Il giovane chef ha un carattere estroverso e si sente che ha voglia di andare avanti. Sa che quel titolo di Campione del Mondo è solo l’inizio di un percorso che lo porterà lontano.

Alla domanda su quanto conti avere una famiglia alle spalle per realizzare i propri sogni, Alberto sorride pensando alla sua famiglia, che lo ha sostenuto quando era un semplice studente della scuola alberghiera di Recoaro e lo ascoltava quando portava a tavola i suoi progetti di vita.

“La tavola è un luogo importante e ricco di valori – conclude la sua intervista – è lì che si gusta il cibo, è lì che si dialoga e ci si sofferma. Oggi, si mangia di corsa e si sta perdendo il significato dello stare seduti a parlare con il piatto davanti. Occorre recuperare le tradizioni. Aprirsi sempre alle novità e stare al passo con i tempi, senza dimenticare il passato, che, come nel caso della cucina veneta, va riscoperta”.

Natalia Bandiera

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