Farmacie,bar, pizzerie, negozi. Una escalation di furti senza precedenti  sta ‘travolgendo’ Thiene . E i commercianti, attoniti e forse impreparati alla violenza costante di essere derubati, si trovano a gestire il quotidiano del loro lavoro con una nuova paura: il furto di notte e la rapina di giorno.

“Ci siamo resi conto che nel giro di pochissimo tempo il furto è diventato un’abitudine – ha commentato amareggiato Emanuele Cattelan, presidente Ascom del mandamento di Thiene – E sono addirittura cambiate le modalità dei furti stessi. E’ brutto dirlo e forse sembra quasi una provocazione, ma fino a qualche anno fa noi commercianti potevamo ‘contare’ su ladri professionisti, che agivano organizzati, pianificavano il ‘grande furto’ andandosene con il bottino senza fare del male a nessuno e senza incontrare intoppi sulla loro strada. Assurdo che sia io a dirlo, ripeto, ma quasi quasi era meglio così. Perchè oggi – ha continuato – ci scontriamo con una microcriminalità che distrugge e fa del male per poche decine di euro. Entrano senza avere la minima idea di cosa ci sia in cassa, impugnano armi, terrorizzano chiunque sia in negozio. E molto spesso ci scappa il ferito se non addirittura il morto. E tutto questo magari per rubare 50 euro. A volte rubano le monetine che ci sono nelle casse. E’ inammissibile. I ‘nuovi’ ladri spesso fanno più danni materiali che danni di furto e fanno molta più paura perchè non hanno nessuno scrupolo e nessuna regola”.

E in effetti, quando si viene a conoscenza dei furti di oggi, ci si rende conto che i grandi furti organizzati da bande esperte hanno lasciato il posto ai furtarelli dei ‘poveri Cristi’ che si improvvisano Arsenio Lupin per impossessarsi di pochi spiccioli. “I furti oggi sono fatti dalle piccole bande locali di disperati – ha commentato Cattelan – io li paragono ai ladruncoli che ai miei tempi rubavano le autoradio per rivenderle a 10mila lire”.

E com’è l’umore dei commercianti oggi? A sentire Cattelan gli esercenti sono tutti molto preoccupati, perchè la paura si è incuneata nel quotidiano e non c’è un attimo in cui chi tiene bottega possa tirare un sospiro di sollievo. In ogni momento della giornata lavorativa chi sta dietro il bancone teme che entri un bandito e si sente costantemente sotto scacco. “E’ una sensazione orribile – ha aggiunto il presidente Ascom – c’è irrequietezza perenne, soprattutto appena diventa buio”. Fino a qualche anno fa, erano solamente alcune le categorie commerciali che avevano il ‘privilegio’ di essere esposte al furto. Gioiellerie in primis, o comunque negozi in cui il bottino aveva già di per sé un valore importante. Il ladro odierno ha abbassato le pretese. E ci si chiede ma questo nuovo modo di rubare, ha modificato le abitudini dei commercianti? Secondo Emanuele Cattelan sì, eccome. “Durante il giorno chi può cerca di non essere da solo in negozio. In molti hanno aggiunto una persona e di conseguenza hanno aumentato il costo di gestione dell’attività stessa, cosa che di questi tempi è significativa. Per quanto riguarda l’incasso, una volta si aspettava la sera e dopo la chiusura si depositavano i soldi nella cassa continua della banca ora questo non succede quasi più. Chi incassa contanti – ha spiegato – cerca di depositarli durante la giornata. C’è una profonda insicurezza latente perchè la microcriminalità oggi è un problema serio al quale si deve prestare massima allerta. Non bisogna – ha continuato – abbassare la guardia liquidando questi episodi come ‘furtarelli’ perchè così facendo spalanchiamo le porte a una criminalità più grande. La soglia di tolleranza contro i furti deve essere bassissima, per prevenirli e per evitare che peggiorino le modalità in cui si attuano”.

A questo punto ci si chiede che cosa possano fare la collettività, le forze dell’ordine e le amministrazioni locali per porre rimedio, ammesso che sia possibile, al dilagarsi di questo tipo di delinquenza.

“Penso che ci debba essere monitoraggio da parte di tutti, anche dei cittadini, soprattutto per capire chi sono i delinquenti – ha detto Cattelan – Ma prima di tutto, quello che deve cambiare davvero sono le leggi, che devono esprimere intolleranza totale alla microcriminalità. Potrei anche dire che servono più forze dell’ordine, ma alla fine è un costo che si ripercuote sulla società e non si può risolvere la questione dicendo ‘mettiamo più agenti’. Utilizzare il bancomat per pagamenti importanti – ha concluso – può aiutare ad avere meno cash e quindi a perdere meno nel momento in cui si subisce un furto. Ma in primo luogo – ha concluso – dovrebbe essere la legge a tutelarci. Più seria e sicura è la pena, minore è la voglia di compiere reato”.

Anna Bianchini

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