Entrano nel vivo, in Commissione Sanità, le audizioni con i soggetti portatori di interesse per raccogliere osservazioni in merito alle linee guida per la predisposizione, da parte delle Aziende ed Enti del Servizio Sanitario Regionale, del nuovo atto aziendale, per l’approvazione della dotazione di strutture nell’area non ospedaliera, per l’organizzazione del Distretto, del Dipartimento di Prevenzione e del Dipartimento di Salute Mentale.
In particolare, oggi sono stati auditi i rappresentanti: del sindacato CGIL Veneto (che hanno portato i contributi raccolti anche da parte di CGIL Funzione Pubblica e FP Medici); CIMO Veneto – Medici Ospedalieri – Associazione sindacale dei Medici Dirigenti; AUPI, sindacato psicologi; SIVeMP – FVM – Sindacato italiano Veterinari di Medicina Pubblica; Federazione Regionale dell’Ordine dei Medici Veterinari del Veneto.
Le osservazioni raccolte vedono, quali finalità condivise, quelle di garantire i livelli essenziali di assistenza, attraverso l’integrazione socio – sanitaria e l’implementazione dell’assistenza territoriale, con un rapporto più stretto tra servizi ospedalieri e territoriali.
La riorganizzazione del personale e delle strutture socio – sanitarie che è allo studio, intende razionalizzare l’erogazione dei servizi e produrre risparmi di spesa, da reinvestire nel miglioramento della qualità assistenziale.
Dalle proposte avanzate, emerge l’opportunità di valutare lo stato di attuazione del Piano Socio Sanitario Regionale in stretta correlazione con lo studio delle nuove linee guida aziendali, in particolare in ordine all’organizzazione dei Distretti territoriali e alla loro articolazione in Unità Operative Semplici e Complesse, al fine di garantire ai cittadini un’assistenza di qualità e uniforme su tutto il territorio regionale.
In particolare, da parte del sindacato psicologi, è stata avanzata la richiesta di attivare un Servizio di Psicologia Ospedaliera e un Servizio di Psicologia Territoriale, per garantire meglio quelli che sono i bisogni di psicologia dei cittadini veneti.
I medici veterinari, inoltre, chiedono: che l’organizzazione della Sanità veterinaria in Veneto venga omogeneizzata con quella della Lombardia, tramite l’istituzione di una quarta Struttura Complessa; che venga riconosciuta la presenza capillare sul territorio regionale dei medici veterinari; l’inserimento, all’interno del Dipartimento di Prevenzione, dell’Igiene Veterinaria Urbana.

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