Al ‘Protocollo d’intesa per l’accoglienza diffusa dei richiedenti asilo e rifugiati nella Provincia di Vicenza’ manca una sola firma ed è quella del Comune di Schio, il terzo per grandezza nella provincia di Vicenza. Su 32 sindaci dell’Alto Vicentino, a oggi 26 hanno detto ‘sì’ al progetto di accoglienza che prevede uno o due profughi ogni mille abitanti, 5 si sono rifiutati di firmare e uno solo è rimasto ‘in sospeso’.

Valter Orsi, sindaco di Schio, ha promesso che firmerà, ma solamente quando la Prefettura gli avrà messo per iscritto le garanzie che lui pretende per acconsentire al progetto. Garanzie che probabilmente non arriveranno mai e quindi il ‘sì’ di Schio per il momento rimane un miraggio.

Un non-gesto eclatante per il comune più grande del territorio, che da mesi sta vivendo sotto i riflettori la visione opposta di amministrazione comunale e opposizione in materia di accoglienza.

“Ho detto che avrei firmato ed era mia intenzione farlo – ha spiegato Orsi – ma dopo aver letto la convenzione ed essermi reso conto che l’unica garanzia che abbiamo è che in caso di emergenza la convenzione decada, non me la sono sentita di acconsentire”.

Oltre al numero dei profughi, il protocollo di accoglienza diffusa prevede che i sindaci siano protagonisti della gestione dell’accoglienza, che collaborino con la Prefettura, che trovino alloggi da destinare all’accoglienza diffusa e che si impegnino a far lavorare e a insegnare la l’italiano ai migranti, in modo che possano integrarsi nella società che li ospita.

“Ho chiesto esplicitamente che nella gestione dell’accoglienza il comune di Schio non debba sostenere costi, perché siamo già al limite delle nostre capacità – ha spiegato Orsi – L’assessorato al Sociale sta già lavorando oltre misura, per questo ho deciso di prendere in carico io la questione. Sono disposto a firmare il protocollo, purché la Prefettura mi metta per iscritto che non dovrò usare personale e tempo del comune per gestire l’accoglienza dei profughi. Sono consapevole che è un’emergenza – ha continuato – e fortunatamente in questo momento sembra si stia affievolendo, ma i flussi migratori potrebbero riprendere in modo massiccio da un momento all’altro. Se dovesse succedere, i comuni verranno chiamati in causa. Al momento Schio può occuparsi di 40 persone e sono già presenti in città, ospitati in alloggi privati. Non abbiamo strutture per l’accoglienza diffusa e non voglio investire soldi dei cittadini per trovarne. Il protocollo non dà garanzie perché nel caso la prefettura dovesse gestire un maggior numero di migranti di quelli inclusi nell’accordo, l’unica garanzia scritta è che l’accordo non vale più. Per questo motivo – ha concluso – non ho ancora firmato e visto che penso che la Prefettura non mi darà le garanzie che pretendo, credo che a questo punto non firmerò”.

A.B.

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