Dietro ad ogni birra artigianale c’è una ricetta unica al mondo, e dietro alla sua creazione la ricerca di un appassionato artigiano. Al parco di villa Fabris a Thiene si è svolta la tre giorni del 1° festival della birra artigianale ‘In fermento’, e non è la sete a farla da padrone, ma la ricerca di quel gusto unico che è impossibile trovare nella birra industriale.

 

Sono centinaia i visitatori che hanno fatto tappa tra i chioschi del festival, circa una ventina provenienti da molte regioni italiane, affiancati da una decina di espositori di aziende agricole. Ed il bello è che ogni birra fa storia a sé, con la propria personale ricetta creata dalla fantasia dei mastri birrai. E’ il caso della ‘torbata’ del birrificio abruzzese ‘A modo mio’, nata da un errore di tostatura dell’orzo nel 2013, ma talmente particolare che è stata riprodotta tale e quale anche negli anni seguenti.

 

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‘Non solo ogni produzione è sempre diversa – hanno spiegato i birrai della ‘Gilda dei nani birrai’ che hanno creato ‘La birra di Pisa’, con stampate sulle etichette le contrade della città – ma anche in ogni singola bottiglia ci puoi trovare un gusto sempre diverso, perché la birra è una materia viva’.

 

Una birra artigianale non è mai una semplice birra, ma spesso e volentieri un potente simbolo di un mondo che si vorrebbe far tornare ancora, come nel caso della Valkiria trentina di Matteo Plotegher, realizzata volontariamente con gli stessi pregi ma anche gli stessi difetti contenuti nelle antiche ricette celtiche. ‘La mia birra è senza compromessi – ha affermato Plotegher, che sta tra le altre cose realizzando un progetto musicale  – o la ami, o la odi’.

 

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E c’è anche la birra thienese doc, prodotta esclusivamente con l’orzo della campagna del paese, profumatissima e dal gusto particolare, che esce dal birrificio B.i.th di Adriano Munarini e Pietro Dal Santo. ‘Amiamo sperimentare – hanno detto i due espositori – ma il nostro scopo è quello di fare una birra esclusivamente thienese aprendo una collaborazione continuativa con i ristoranti slow food, ma tutto fatto usando i prodotti del nostro territorio. E’ necessario per i piccoli artigiani creare una buona rete di vendita ed andare incontro ai gusti della gente, ma col giusto compromesso, cioè senza essere costretti a vendere l’anima’.

 

La vera sfida di questi produttori è infatti soprattutto questa, cioè di non dover snaturare la propria creazione nell’ottica di una produzione industriale, necessaria per abbattere i costi elevati del periodo di fermentazione e per riuscire a fare della propria passione un lavoro. Da qui la necessità di una alleanza con i ristoratori, che propongono in abbinamento i prodotti tipici della terra vicentina, dei quali la birra può essere un perfetto alleato. e’ sotto gli occhi di tutti il boom di popolarità del prodotto, che ha visto aumentare i birrifici artigianali da poco più di 30 nel 1997 agli 800 di oggi.

 

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‘Sono stato molto colpito – ha commentato invece Giulio Nicolati, commerciale thienese che lavora con i birrifici artigianali di tutta Italia da molti anni – dalla gente e dalle loro domande. Non sono venuti qua quelli che volevano semplicemente bersi un bicchiere, ma persone che volevano capire come si produce una birra artigianale, e quali sono le particolarità delle varie tipologie. Decisamente questo è un evento che può crescere molto’.

 

La manifestazione è stata organizzata dalla Pro Thiene con il patrocinio di Comune di Thiene, Pedemontana Vicentina, IAT, Consorzio Pro Loco Medio Astico e UNPLI.

 

Marta Boriero

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