“Le garanzie per realizzare la Cittadella dello Sport ci sono e sono meglio 5mila metri di area commerciale in periferia piuttosto che 2.700 in pieno centro”.

E’ piccata la replica che Alberto Samperi, vice sindaco e assessore al Bilancio rivolge all’Associazione Commercianti di Thiene che, ieri, si era scagliata contro l’amministrazione comunale criticando il progetto di realizzazione della Cittadella dello Sport barattato con l’ok ad un’area commerciale di 5mila metri quadri in zona Parco Sud.

La giunta del Sindaco Giovanni Casarotto ha infatti approvato un accordo che prevede la realizzazione della Cittadella dello Sport da parte dell’Impresa Fratelli Munaretto di Giuseppe Srl che si impegna a portare a termine i lavori dopo avere edificato e commercializzato un’area commerciale a ridosso di Decathlon e Pittarosso. Tutto questo nell’ambito della ristrutturazione del debito dell’azienda, che versa in difficoltà finanziaria da qualche anno e, in cambio di terreni da edificare, non ha mantenuto l’accordo originale di realizzare il ‘polo sportivo’ che Thiene desidera da anni.

Ascom è preoccupata per l’apertura di nuovi esercizi commerciali in periferia, a scapito di quelli del centro storico e di vicinato, ma allo stesso tempo, dopo anni di rimandi, non è sicura che la Cittadella dello Sport questa volta si farà.

A tagliare la testa al toro e rassicurare in merito, è intervenuto Samperi che ha difeso a spada tratta le scelte dell’amministrazione.

“Il modello commerciale che si verrebbe a creare nel Parco Sud non è una galleria commerciale con supermercato e negozi, ma una struttura simile a quelle già esistenti di Decathlon e Pittarosso”.

Samperi punta il dito contro Ascom, invitando presidente e associati a riflettere se fosse meglio avere 2.700 metri quadri commerciali in pieno centro (area già autorizzata a Munaretto e scambiata con quella nella zona sud) o in periferia. “Munaretto possedeva già la capacità edificatoria in via Trieste – ha commentato Samperi – Non si può determinare se lì alla fine sarebbe sorta una galleria commerciale con 10-15 negozi modello Klagenfurt, come si era detto da anni. Il centro storico sarebbe messo in maggiore difficoltà da 2.700 metri in via Trieste o dalla periferia? Non ho risposte sicure, ma i commercianti dovrebbero porsi qualche interrogativo E dovrebbero anche pensare al traffico e ai problemi di viabilità causati da un impianto commerciale di tal dimensioni in pieno centro, dove invece rimane un’are residenziale”.

La chiusura di parecchi negozi in centro storico deve far riflettere secondo l’assessore al Bilancio, che difende il titolo conferito a Thiene dalla Regione Veneto  di Distretto Urbano del Commercio e sostiene che la realizzazione della Cittadella dello Sport questa volta è garantita.  E per far capire quanto sia forte l’interesse della giunta a sostenere il commercio del centro storico thienese Samperi sottolinea: “Abbiamo impedito la realizzazione di un outlet nella zona Ferrarin di piazza Rovereto e l’edificazione di 5mila metri quadri nell’area Comboniani. Quest’ultima avrebbe fruttato una ‘montagna’ di soldi al Comune per gli oneri di urbanizzazione ma siamo consapevoli che se avessimo autorizzato queste opere avremmo letteralmente creato le condizioni per ‘ammazzare’ i negozi del centro storico. In questo caso la situazione è diversa. L’area sorgerebbe in periferia e in cambio si sistemerebbe la questione del Parco Sud in modo definitivo. E’ interesse generale che il Parco Sud venga costruito – ha continuato Samperi – E questo progetto crea le migliori condizioni per terminare la Cittadella. Nel piano di ristrutturazione del debito aziendale, che deve essere approvato dal giudice del tribunale dei fallimenti di Vicenza, esiste la clausola che determina che tutti i proventi derivanti dal Parco Sud devono essere reinvestiti nel Parco Sud. C’è la garanzia del tribunale, ci sono disposizioni giudiziarie, non è un optional. Non ci sono rischi in questo accordo che vede Thiene entrare insieme agli altri debitori nella linea del credito. Il piano di ristrutturazione del debito – ha continuato – prevede la svendita dei beni dell’azienda, non la vendita normale e questo fa sì che i prezzi siano interessanti per chi vuole acquistare.

Il piano serve per liquidare la società ed è tutto in mano a professionisti nominati dal tribunale che hanno il compito di chiudere tutte le posizioni debitorie dell’azienda. Un’alltra clausola fondamentale – ha concluso Samperi – stabilisce che i lavori si realizzino in tempi molto stretti, cioè entro la fine del 2017 o entro due anni dall’approvazione del tribunale”.

Anna Bianchini

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