Adeguamento agli standard e un’assistenza equa e uniforme alle persone disabili ricoverate nei centri diurni. Dietro alla richiesta di 0.36 euro della Regione Veneto, respinta l’altro giorno dai sindaci dell’Alto Vicentino, c’è solo questo e nessuna intenzione dall’amministrazione veneziana di far ricadere sui comuni le spese della riforma sanitaria.

Dopo la levata di scudi dei sindaci dell’Alto Vicentino che nella prima seduta del neonato Comitato dei Sindaci del Distretto 2 della Ulss 7 (ex Conferenza dei Sindaci dell’Ulss 4) che hanno bocciato il contributo pro-capite, prende la parola Giorgio Roberti, direttore generale della Ulss 7 Pedemontana, che spiega come la Regione stia in realtà semplicemente mirando a garantire un’assistenza più equa e uniforme alle persone con disabilità in ogni parte del Veneto.

Niente tagli e riduzioni dei servizi quindi, come alcuni sindaci avevano ipotizzato, ma solo un processo di razionalizzazione finalizzato a migliorare le prestazioni e i servizi ai cittadini.

“L’argomento riguardava l’applicazione di una delibera di Giunta Regionale relativa alle nuove rette-tipo per i Centri diurni per persone con disabilità – ha spiegato Giorgio Roberti – In particolare, con questo atto, la Regione fissa tariffe e standard per uniformare l’assistenza ai disabili in un contesto di sostenibilità economica e di responsabilizzazione già previsti dal Piano Socio Sanitario 2012/2016. I Centri Diurni convenzionati per Disabili nella ex Ulss4 Alto Vicentino sono otto. Il finanziamento collegato all’applicazione della delibera,  ammonta a 224mila euro annuali e viene garantito per il 67,5% (pari a 140mila euro) dal bilancio sanitario (dalla Regione) e per il 32,5%, (pari a 67mila euro) dai bilanci comunali”.

Roberti smentisce quei sindaci che, ‘ribellandosi’ a quello che ritenevano una decisione già presa e calata dall’alto dalla regione, hanno ipotizzato che le richieste economiche di Venezia vadano piano piano a ricadere su vari ambiti della Sanità veneta, finendo con il ricadere lentamente sulle tasche dei cittadini.Ulss3

“I 67mila euro (a carico dei comuni) non sono richiesti per fronteggiare la riforma sanitaria – ha sottolineato Roberti – ma per
garantire l’applicazione di tariffe tipo per i Centri Diurni per disabili. Conseguentemente, associare la proposta in questione a presunti tagli e al finanziamento diretto dei cittadini per “mantenere la sanità”,  non corrisponde assolutamente al vero”.

Allo stesso modo, secondo il direttore generale, non è vero nemmeno che la Regione stabilisca in modo discrezionale che cosa rientra nell’ambito sociale (di competenza dei comuni) e che cosa nell’ambito sanitario (di competenza della Regione), accusa fatta da Giovanni Casarotto, sindaco di Thiene, presente alla riunione del Comitato.

“La determinazione delle percentuali a carico del sanitario (Regione) e del sociale (Comuni) è prevista a livello nazionale nelle disposizioni che riguardano i Livelli Essenziali di Assistenza e non dalla Regione – ha spiegato Roberti – Non vi sono, nell’Azienda Ulss7 Pedemontana,  ‘tagli’ e riduzioni di servizi, bensì, proprio grazie alla riforma, è in corso un processo di razionalizzazione finalizzato a migliorare le prestazioni e i servizi ai cittadini. La Direzione Generale – ha concluso Roberti – è consapevole dell’importanza della collaborazione e del confronto costruttivo con diversi soggetti, in particolare con le Comunità Locali, per meglio attuare la riforma e conseguentemente continuerà a garantire disponibilità e informazioni anche per chiarire alcuni ambiti che, ai non addetti ai lavori, possono creare equivoci e confusioni”.

Anna Bianchini

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