Oltre 300 persone al primo incontro con don Marco Pozza a Calvene. La Chiesa Arcipretale  colma di gente, anche in piedi, nella prima tappa del percorso di meditazione di quaresima “L’iradiddìo”.

A esserne sorpreso, e con piacere,  primo su tutti lo stesso don Marco: “Da tempo non mi tremavano le gambe, perché la chiesa di Calvene è casa mia  – continua  – Davanti al volto di Cristo sono ‘Marcellino pane e vino’, tutta questa gente è ‘gente-Sua’, io gli ho fatto semplicemente da postino”.

Un postino sui generis che a Calvene lunedì scorso ha portato a compimento la sua missione nel migliore dei modi, perché a distanza di qualche giorno ne è ancora un gran parlare in paese di cosa ‘ha combinato don Marco’, nel senso buono del termine.
Dentro, una chiesa letteralmente invasa da centinaia di persone, molte del paese, tante da fuori: da Arzignano, da Vicenza, da Padova, da Thiene. Faceva capolino tra le gente anche il giovane Emanuele partito da Bologna.
Fuori, un fiume di macchine che a Calvene non poteva passare inosservato, creando problemi di traffico e di parcheggio, rimediati convogliando le persone a parcheggiare le proprie auto sulla strada che porta verso Lugo.
Tanta gente accorsa per ascoltare don Marco Pozza, indubbio catalizzatore di folla, grazie anche alla decisa volontà del parroco del paese don Giancarlo Cantarello di affidargli  le anime di Calvene, Mortisa di Lugo e Covalo di Lusiano per la meditazione quaresimale. Un don Giancarlo commosso nell’accogliere il ritorno di don Pozza che, abbracciandolo, lo ha ringraziato per l’interesse che ha smosso nelle persone.

Parlare di successo per quanto è accaduto a Calvene è corretto perché, se è plausibile che talune persone si siano mosse per curiosità e attratte dalla figura carismatica di don Marco, è altrettanto vero che sono rientrate a casa con un pizzico di Dio in più.
“Lunedì c’è stata un’iradiddio di gente, ci voleva proprio uno scossone a Calvene- dichiara l’entusiasta Mariangela Testolin –  Marco ha un dono e così tanta fede che riesce a trasmetterla anche agli altri, ho già fissato in calendario tutti gli altri quattro lunedì e sono sicura che quest’anno sarà vera Pasqua di Risurrezione”.  Un cammino di meditazione che ha suscitato anche riflessione e trasporto interiore: ““Mi sono commosso quando don Marco ha messo in risalto la figura di San Giuseppe –  commenta Giovanni Sanson del consiglio pastorale -Finalmente qualcuno che lo porta alla ribalta!”.
“Sono contentissima di aver sentito della nostra chiesa gremita ai piedi del nostro Crocifisso – fa sapere suor Luigina Segalla dalla lontana Betlemme – Pregherò perché il seme evangelico che viene gettato grazie a don Marco scenda in profondità”.

Nel cuore di un paese di poco meno di 1400 anime, in una serata di riflessione, in una chiesa in penombra, con più di 300 persone sotto al Cristo crocifisso, uno ‘straccio di prete al quale Dio s’intestardisce ad accreditare simpatia’, come si definisce don Marco, ha fatto vibrare la speranza della Pasqua.

Paola Viero
(foto di Artefoto -Lugo)

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