Si dice, in genere, che chiunque vada in analisi, prima o poi scopra di avere un vecchio ‘contenzioso’ da sanare con il padre o la madre. Sdraiati sul lettino dello specialista dell’animo umano, pagato profumatamente per scavare dentro la nostra psiche, si torna indietro negli anni, a conflitti insoluti che non sapevamo di avere. 90 pazienti su 100 scoprono così che mamma li ha bloccati nella loro autostima, o papà nello sfondare nella vita. Insomma, bene che vada, gran parte degli irrisolti, sfigati, stalker, se non peggio, devono tutto questo a traumatici rapporti genitoriali. E va ancora bene se, a terapia conclusa, non vanno, i pazienti, a sgozzare gli autori di tanto scempio.

Non me ne vogliano gli psicanalisti, quello tracciato è un caso paradosso, profilo generico, descrizione assolutamente superficiale e ignorante del lungo percorso analitico cui molti si sottopongono e che spesso da’ ottime soluzioni. Solo mi occorreva la ‘provocazione’ per introdurre l’argomento chiave che mi preme richiamare all’attenzione di chi legge: Grillo e il suo odio nei confronti della stampa.

Mi chiedo quale trauma abbia subito, da infante o adolescente, il leader dei 5stelle. Mi chiedo, ad esempio, se il figlio di un giornalista suo occasionale compagno di giochi nei caruggi della sua Genova gli abbia tagliato la strada con il triciclo, fracassandoglielo, facendolo ruzzolare malamente e causando profonde ferite nell’anima e sul corpo del piccolo Beppe. Magari ha ancora una cicatrice a 5 stelle che gli ricorda la perfidia subita.

Oppure mi chiedo se qualche cronista in erba, di quelli che scrivevano sul giornalino della scuola, gli abbia soffiato la ragazzina che Beppe amava nascostamente. Che magari con lui rideva tanto tanto ma con il cronista in erba si sdraiava sull’erba di un prato.

Insomma, ci sarà un motivo chiave per giustificare l’ultima freccia scoccata da Grillo contro la stampa italiana, che viene accusata di inventare notizie. ‘L’uomo che odiava i giornalisti” ha infatti scritto sul blog dei 5Stelle: “Tutti puntano il dito sulle balle che girano sul web, sull’esigenza di ristabilire la verità tramite il nuovo tribunale dell’inquisizione proposto dal presidente dell’Antitrust. Così il governo decide cosa è vero e cosa è falso su internet. Mentre il problema vero sarebbero gli articoli dei giornali e i servizi dei telegiornali, che andrebbero sottoposti allo scrutinio di una giuria popolare. Se una notizia viene dichiarata falsa il direttore della testata, a capo chino, deve fare pubbliche scuse e riportare la versione corretta dandole la massima evidenza in apertura del telegiornale o in prima pagina se cartaceo”.

In pratica, Grillo sostiene che occorrerebbe un ‘tribunale’ per valutare cosa scrive un giornalista, mendace quasi sempre. L’accusa è pesante, tanto pesante che il Re dei giornalisti, Enrico Mentana, vuole querelarlo e gli consiglia un buon avvocato.

Io che non sono Mentana, meno ancora regina, più che un buon avvocato, al pentastellato suggerirei un buon analista. Per rimuovere il probabile trauma che si porta dietro sin da bambino. Insomma, qualcuno gli ridia il triciclo intatto o la ragazzina che gliela da’.

Patrizia Vita

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