“Il reddito di cittadinanza è diseducativo e antieconomico”. Così l’assessore al lavoro della Regione Veneto, Elena Donazzan, prende posizione nel dibattito in corso sugli strumenti di contrasto alle povertà e di promozione della coesione sociale.

 

“L’obiettivo concreto – osserva Donazzan – deve essere quello di far rientrare nel mercato del lavoro chi il lavoro lo ha perso e farvi entrare per la prima volta i giovani che escono da un percorso formativo. In Veneto ho sempre indirizzato le politiche della formazione e del lavoro verso i fabbisogni professionali delle aziende, con l’obiettivo di facilitare l’occupazione e di ridurre al minimo il fattore tempo. Considero pertanto  il reddito di cittadinanza una fantasia irrealizzabile di chi non ha mai gestito le politiche del lavoro pubbliche”.

 

“Ogni euro di fondi pubblici a disposizione delle amministrazioni – sostiene la referente regionale – va rivolto ad un accompagnamento mirato verso il posto di lavoro. In Veneto, a titolo esemplificativo, la meccanica offre posti di lavoro che non sono coperti, perché pochi sono i ragazzi che escono dalle scuole con questa specializzazione, per cui andrà necessariamente fatto un vigoroso percorso di orientamento verso queste opportunità. E nell’immediato il mio assessorato sua favorendo percorsi di formazione mirata per i disoccupati in attesa di occupazione, indirizzandoli al buon lavoro”.

 

“In questo senso – chiosa Donazzan – ripenserò ‘Garanzia Adulti’, il programma di presa in carico degli inoccupati ‘over 50’, lanciato a fine 2016, che conta all’incirca 4mila potenziali utenti, in modo da renderlo sempre più rispondente alle esigenze del lavoratore”.

 

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