“Impossibile che Luca Zaia non sapesse che cosa stava accadendo in BPVi e Veneto Banca”. Sono dure le parole di Alessandra Moretti, esponente Dem in consiglio regionale e mirano dritto contro chi governa la regione e avrebbe dovuto di conseguenza impugnare la situazione prima che fosse troppo tardi e che le banche fossero ‘inghiottite’ e annientate insieme a tutti i loro risparmiatori.

“La Lega e i suoi esponenti che governano la Regione da oltre 20 anni non potevano non sapere che cosa succedeva nei Cda dei due istituti veneti, dove sedevano imprenditori e professionisti a loro vicini – ha commentato Alessandra Moretti – Ed è questo probabilmente il motivo per il quale i leghisti, nella commissione d’inchiesta sulle banche voluta da Matteo Renzi, mostrano un imbarazzato silenzio”.

Moretti critica aspramente il ‘distacco’ tra i leghisti regionali e quelli nazionali, colpevoli, a suo dire, di non parlarsi e di mantenere un atteggiamento molto diverso.

“Va bene essere autonomi – ha continuato l’esponente Dem – ma almeno dovrebbero confrontarsi. Mi fa piacere che qui a Venezia tentino di dare risposte concrete, a differenza di quanto sta succedendo a Roma”.

Il commento di Alessandra Moretti arriva a margine della risoluzione a tutela dei risparmiatori, piccoli azionisti e obbligazionisti di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, presentata dalla Lega Nord regionale e approvata all’unanimità.

“In ogni caso il governo ha già istituito un fondo per ristorare i cittadini traditi dai due istituti. Penso sia necessario aumentare quelle risorse prevedendo dei criteri specifici per definire al meglio i destinatari”, ha concluso Alessandra Moretti.

Sullo stesso argomento e d’accordo con Moretti sul fatto che il governo dovrebbe stanziare molto di più a tutela dei risparmiatori, sono intervenuti i senatori del Carroccio Paolo Tosato, Erika Stefani e Paolo Arrigoni, che hanno criticato i 50milioni stabiliti da Roma ritenendo necessario almeno un miliardo.

“Il governo continua a beffarsi dei risparmiatori rovinati dai crack delle banche – hanno sottolineato i 3 senatori – Oggi con un emendamento alla legge di bilancio i relatori propongono un fondo di ristoro finanziario da 50 milioni. 25 per il 2018 e 25 nel 2019. Questi soldi non basterebbero nemmeno per i soli correntisti truffati dalle due banche venete. Per archiviare questo vergognoso capitolo della storia bancaria italiana serve almeno 1 miliardo. La smettano di giocare con i drammi dei risparmiatori e facciano le persone serie”.

A.B.

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia