Contributi europei per il censimento del lupo nell’area alpina, controllo degli ibridi che risultano essere ben più pericolosi del lupo e arrivano ad attaccare l’uomo, e maggiori risorse per gli indennizzi agli allevatori. Ma soprattutto una correzione della direttiva comunitaria, che rimoduli in funzione dei diversi territori la definizione di ‘specie protetta’ per il lupo: queste le richieste che l’assessore all’agricoltura del Veneto ha portato oggi al parlamento di Bruxelles, incontrando Herbert Dorfmann, europarlamentare del Ppe e componente della commissione Agricoltura. All’incontro hanno partecipato anche rappresentanti regionali di Cia, Coldiretti e Confagricoltura.

Chiediamo alla Ue di rivedere le linee guida nei confronti degli Stati membri – è la richiesta rivolta dalla delegazione veneta – e di coinvolgere gli Stati nella gestione della presenza del lupo nell’area alpina. Nel nostro territorio il lupo non è affatto una specie in via di estinzione: nel giro di cinque anni gli esemplari monitorati in Veneto sono saliti da 2 a 38; nel corso dei primi nove mesi di quest’anno si sono resi responsabili dell’uccisione o del ferimento grave di 258 capi d’allevamento, tra bovini, ovini e asini”.

Giuseppe Pan ass reg veneto agricoltura

L’incontro della delegazione veneta avviene alla vigilia della sessione della Commissione Agricoltura dell’europarlamento dedicata alla direttiva Natura 2000 e in vista della prossima seduta della sessione plenaria del Comitato delle Regioni del 29 novembre–1 dicembre 2017 che avrà tra i temi ‘caldi’ il piano di azione europeo per la natura, i cittadini e l’economia.

Con il nostro dossier, che ha censito presenza e attività dei branchi in Lessinia, sul Baldo, sull’altopiano di Asiago, sul Grappa, sul Col Visentin, sul Nevegal, sul Col di Lana, in Alpago – dichiara l’assessore regionale all’Agricoltura – abbiamo chiesto un supplemento di riflessione ai componenti della Commissione europea per le politiche agricole. La commissione nei mesi scorsi si è già espressa in via ufficiale per armonizzare la direttiva Natura 2000, volta preservare l’equilibrio dell’ecosistema e le biodiversità, con gli obiettivi della Pac, la politica agricola comunitaria che vede nelle attività agricole montane l’agricoltura e nell’attività di pascolo un presidio primario per le ‘terre alte’. La questione è cruciale, anche al fine di una corretta gestione dei fondi europei e dei programmi di cofinanziamento”.

Nei giorni scorsi l’assessore all’Agricoltura del Veneto aveva inviato una articolata lettera al presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, al presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, alla presidente della Commissione Ambiente dell’Europarlamento Adina Loana Valean e al Commissario europeo all’Ambiente Karmenu Vella, chiedendo ai massimi organi della Ue di rivedere per il lupo lo status di ‘specie protetta’ in funzione delle caratteristiche del territorio in cui è insediato. Il documento della Giunta regionale del Veneto ha evidenziato criticità e nuove problematiche nella gestione del carnivoro, suggerendo un tetto massimo di esemplari sostenibile nei territori dove siano presenti attività zootecniche.

L’assessore, inoltre, ha convolto anche i prefetti di Vicenza, Verona, Belluno e Treviso, ai quali ha inviato un dossier sulla presenza del lupo nel territorio regionale, chiedendo che si facciano portavoce, nei confronti del Governo nazionale, della situazione ‘emergenziale’ che si è determinata a seguito della rapida espansione numerica del lupo e della necessità di prendere provvedimenti ‘straordinari’, in particolare per prevenire il fenomeno dell’ibridazione.

A Bruxelles abbiano trovato interlocutori attenti– conclude l’assessore – e consapevoli che il ritorno dei grandi predatori sta mettendo a rischio le attività tradizionali della regione alpina e compromettendo la sopravvivenza stessa degli allevamenti al pascolo. La commissione agricoltura dedicherà una delle prossime sedute a questo problema in vista della sessione plenaria dell’europarlamento, a fine novembre, sull’applicazione della direttiva Natura 2000”.

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