Se in centro a Schio nel 2017 si sono abbassate le serrande di negozi, più quel che si pensava, la colpa non è imputabile solamente alla crisi.

Che renda la vita dura a chi tenta l’occasione della vita, o a chi sta portando avanti una tradizione di famiglia, ‘la crisi’ non risulta l’unica incriminata. Altri i fattori che concorrono alla moria di negozi che si sta assistendo negli ultimi anni.
“Nel 2017 c’è stato un leggero aumento di negozi che hanno chiuso: non è decisamente un momento euforico per i negozi del centro – ci spiega Guido Xoccato presidente Ascom Schio – La disertificazione è un problema da affrontare con una certa urgenza, non solo a Schio, ma anche nei comuni limitrofi”.

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I ‘nemici’ dei negozianti del centro
Seppure venga annunciata, quasi a spot, la ripresa economica tarda ad arrivare. Pur con segnali timidi di aumento di consumi, la decennale crisi economica  falcia a più non posso. Ma anche  quell’imprenditore che stringe i denti, pur di non dare per l’ultima volta il giro di chiave alla propria bottega, di mese in mese si vede sottratto il bene più prezioso che ha da offrire al proprio cliente: la passione per il lavoro.
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A dare uno stop, o mettere in difficoltà dall’oggi al domani, anche l‘accesso al credito, coi piccoli imprenditori che, per una richiesta di liquidità,  si trovano sotto esame al pari di una grande industria, con fatturato plurimilionario. “Un ostracismo continuo a livello europeo in tal senso- spiega  Xoccato – Inoltre la catastrofe finanziaria scatenata dalle due banche venete, polverizzando i risparmi di migliaia di risparmiatori, siano essi negozianti che clienti”.

L’affanno poi del fare quadrare i conti, tra tasse e costi. L’incubo che innesca il gioco perverso del “riduco i costi, così mi restano i soldi per pagare le tasse”. Pesano fortemente, nella colonna delle uscite, le voci ‘costi del personale’ ed ‘affitto’.
Locali sfitti, dunque, perché chi si trova proprietario delle ‘mura’, non riesce ad abbattere il canone di locazione, seppure Xoccato confermi che qualche miracolo in tal senso, in centro città, si sia verificato. Ma ad oggi gli affitti sono alle stelle:  per chi intende aprire un negozio in centro a Schio,  viene chiesto di pagare sui 2500 euro al mese per 80 metri quadrati.

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Punta il dito anche sui “grandi mostri”, come li definisce il presidente di Ascom Schio: “Mi riferisco allo shopping online, detenuto da colossi  che sfruttano una politica nazionale ed internazionale, che avvantaggia queste multinazionali con una tassazione da paradiso fiscale, mentre i nostri artigiani non ce la fanno a sostenere il peso fiscale e si vedono sempre più costretti a pagare le tasse a rate, con l’incubo delle cartelle esattoriali”.

In centro solo per lo spritz
Ad infierire sui negozianti, i centri commerciali che sorgono ai margini di città: “Sono fastidiosi non tanto perché sottraggono clienti, e quindi fatturato, ma perché hanno disabituato le persone a vivere il centro di Schio come luogo di shopping – puntualizza Xoccato – Cosa succede ora in città? Che in centro si viene il fine settimana per l’aperitivo e con l’occasione qualche acquisto lo si fa. Ma gli altri giorni si svuota”.
Ma non sarà di certo lo spritz del sabato sera a trainare il commercio del centro, che risente anche della migrazione di studi professionisti, dal notaio all’avvocato, dal commercialista al dentista, che si trasferiscono in zona suburbana, ‘dirottando’, senza colpa, la propria clientela nell’area periferica di Schio: “Viene così a mancare il tempo ‘tecnico’ per potere venire in centro – continua – E’ chiaro che se una persona deve andare dall’avvocato a firmare un documento poi, per ottimizzare i propri tempi, non passa per il centro a comperare il pane o la carne, o bare un caffè: va al centro commerciale, che si trova poco distante”.
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Scappano anche i grandi brand
Diversa la faccenda per i grandi brand, che non subiscono le regole del mercato come i piccoli commercianti, ma le giostrano: “La chiusura di Carpisa in centro a Schio è l’emblema dei grandi marchi. Hanno iniziato il fuggi-fuggi dai centri, per planare dei grossi centri commerciali – incalza Xoccato – Si piazzano lì e con la forza del loro brand, trascinano la clientela”.

Paola Viero

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