E’ sempre più emergenza siccità in Veneto e per far fronte alla carenza d’acqua arriva la collaborazione con Trento e Bolzano.

La Regione del Veneto continua a seguire costantemente l’andamento della disponibilità idrica, in situazione di grave carenza a causa delle anomale condizioni meteoriche. Già nei giorni scorsi con un’ordinanza del presidente della Regione è stato dichiarato lo stato di crisi idrica su tutto il territorio regionale, che avrà validità fino al 15 maggio 2017, con riserva di modifica dei contenuti in relazione all’andamento meteorologico.

Sul piano operativo, l’emergenza è seguita in stretto raccordo con l’Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici del Distretto Idrografico delle Alpi orientali e in collaborazione con le Province autonome di Trento e Bolzano e con i gestori dei serbatoi idroelettrici. Ieri con l’intervento dell’assessore regionale alla Protezione Civile Gianpaolo Bottacin e oggi in sede tecnica il confronto è proseguito, mettendo al centro dell’attenzione la gestione della risorsa idrica sul fiume Adige che rappresenta attualmente il punto più critico del sistema sia come portata, sia per la risalita del cuneo salino alla foce.

A fronte delle criticità, segnalate in particolare da Polesine Acque, con i rappresentanti delle Province di Trento e Bolzano e in accordo con gli enti gestori dei bacini idroelettrici a monte è stato concordato che domani e domenica verranno prese le misure per il rilascio di una portata continua finalizzata a consentire il prioritario attingimento idropotabile nel tratto terminale dell’Adige. Lunedì è stato previsto di riaggiornarsi per monitorare l’efficacia di tutte le misure finora adottate e, nel caso, prevederne di ulteriori per far fronte alla situazione di emergenza, secondo principi di salute pubblica. Ci si sta muovendo infatti, anche in termini di ordinanze, secondo quelli che sono gli obblighi di legge imposti dall’articolo 167 del testo unico ambientale n. 152/2006, legge dello Stato che impone la priorità assoluta degli aspetti idropotabili, anche rispetto all’agricoltura.

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