Entrano in vigore le nuove norme sul  divorzio breve, grazie alla riforma approvata dal Parlamento lo scorso 22 aprile, pubblicata in Gazzetta ufficiale il 6 maggio. Non saranno più necessari tre anni, come previsto dalla riforma della legge Fortuna-Baslini, ma solo sei mesi, se la separazione è consensuale, o al massimo un anno se si decide di ricorrere al giudice. E le nuove procedure possono valere anche
chi ha una causa di divorzio già in corso. Secondo alcune stime, sarebbero circa 200mila i procedimenti pendenti che potrebbero
dunque approfittare di regole più veloci. Le prime due domande di divorzio breve sopno state presentate a Torino.

Divorzio breve, calano le domande davanti ai giudici

C’è un calo tendenziale del 30% nelle iscrizioni diseparazioni e divorzi davanti al giudice. Mentre aumentano le registrazioni di accordi in questa stessa materia che avvengono davanti agli Uffici di stato civile dei Comuni: in quindici Comuni presi a campione sono passati dai 78 di gennaio ai 413 di aprile. Sono i dati esito di un monitoraggio resi noti dal ministro della Giustizia Orlando.

Divorzi, monitorate cinque grandi città

Il monitoraggio ha riguardato cinque grandi città (Genova,Milano, Napoli, Palermo e Roma), più un campione di dieci tribunali (Bari, Bergamo, Campobasso, Firenze,Latina, Livorno, Marsala, Reggio Calabria, Torino eTorre Annunziata). Le punte massimo del calo di iscrizioni di separazioni e divorzi davanti ai giudici si registrano a Campobasso (-61,5%) e Roma (-55,6%), seguite da Torino (-34,1%) e Palermo (-31,5%). In controtendenza solo Milano (+4,2%), Marsala (+7,7%) e soprattutto Torre Annunziata (+40,9%). I dati che rivelano invece la crescita delle registrazioni di accordi di separazione e divorzi presso gli uffici dello stato civile dei Comuni vengono dal ministero dell’Interno e riguardano le stesse quindici città prese in considerazione dal monitoraggio di via Arenula. Da ottobre dell’anno scorso sino ad aprile di quest’anno le negoziazioni assistite sono state 1.092: 581 hanno riguardato separazioni, 474 divorzi, i i restanti modifiche di accordi  precedenti.  Ma il dato più significativo è la loro la crescita esponenziale nell’anno in corso. A gennaio erano 78 e continuano raddoppiare di mese in mese: 177 a febbraio, 369 a marzo, 413 ad aprile. A ricorrervi sono soprattutto le coppie senza figli:da ottobre del 2014 al mese scorso  rappresentano il 61% a fronte del 39% costituito dai coniugi con prole. Tra questi ultimi sono 109 quelli con figli minorenni che hanno deciso di non andare davanti al giudice per separarsi o divorziare.

a cura dell’Associazione Matrimonialisti Italiani

 

 

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