C’era un tempo in cui una telefonata da parte di Enel incuteva nei cittadini timore da una parte e sicurezza dall’altra. Era pur sempre una società pubblica, di proprietà del ministero del Tesoro e quindi dello stato.

Oggi scopriamo che se riceviamo una telefonata da Enel, molto probabilmente finiamo in una trappola ben congegnata a danno nostro e certamente di un nostro fornitore che magari ci dava un buon servizio.

A tutte le ore del giorno e della sera infatti siamo abituati a ricevere chiamate da parte di fornitori di servizi di tutti i tipi che, senza scrupolo, ci fanno perdere tempo e con tecniche ormai ben oliate riescono a carpirci dati e informazioni che spesso si traducono nel frutto della famigerata e disgraziata legge dei contratti a distanza.

Che però questi trucchi da banda del buco li usi lo stato o una sua società, è il sintomo di un degrado anche morale del nostro Paese.

Indurre anziani novantenni o ingenui padri di famiglia a sottoscrivere contratti senza che lo vogliano, significa nientemeno che essere dei truffatori. Tanto che nei giorni scorsi, su richiesta dell’Autority, proprio Enel è stata meta di una visita da parte della Guardia di Finanza per l’acquisizione di una notevole quantità di materiale comprese registrazioni di telefonate “particolarmente audaci”.

Vero è che la stessa Autority, anche in questo caso ha dimostrato tutta la sua inefficienza, dovendo agire solo dopo numerose denuncie raccolte in molte trasmissioni televisive. In pratica solo nel momento in cui non si poteva più tacere, l’Antitrust ha fatto quello che avrebbe dovuto fare molto prima.

Il ministro Padoan, titolare del dicastero che controlla Enel, anziché dare dimostrazione di serietà delle istituzioni, preferisce il silenzio. E a ben guardare si capisce anche il perché. Una veloce sbirciatina ai vertici dell’azienda dal logo arancio e scopriamo che appartengono tutti al famoso “cerchio magico” renziano.

Lo solo l’AD Francesco Starace, il DG Carlo Tamburi, il consigliere Avvocato Bianchi, tutti con la benevola protezione di altri componenti “gigliati” come il sottosegretario Boschi e il ministro Lotti.

Insomma una blindata compagnia di immuni a qualsiasi tirata d’orecchi, ovviamente a discapito dei soliti cittadini.

Quindi, quale sarà alla fine il risultato del lavoro degli inquirenti?

Verrebbe voglia di sperare per una volta in un riscatto della giustizia, ma parliamo del sistema Italia, per cui dopo aver tentato di negare le proprie responsabilità, scaricandole su non meglio identificati call-center, Enel, messa all’angolo, ha dovuto ammettere il proprio comportamento scorretto e (sigh!) promettere di non farlo più.

Questa è l’Italia, una volta bisognava stare attenti agli sconosciuti al telefono, oggi dobbiamo stare attenti anche a quelli che conosciamo benissimo come Enel.

Jimmy Greselin

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