Per dare inizio all’anno scolastico, in Veneto servono 468 docenti e a pagarne le spese rischiano di essere i comuni di montagna.

La denuncia arriva da Elena Donazzan, assessore regionale all’Istruzionne: “Mancano meno di tre settimane alla riapertura dell’anno scolastico e dal ministro Giannini non è arrivata ancora nessuna risposta in merito alle carenze di organico nelle scuole venete. Per assicurare l’ordinario funzionamento delle oltre 28.500 classi delle scuole venete mancano 468 insegnanti. Spiace dover constatare che il ministro, così solerte nel rilasciare interviste sulle novità della cosiddetta ‘ buona scuola’,  ignora, o simula di ignorare, una richiesta  corale del Veneto, espressa non solo dalla Regione, ma dall’intera comunità educante”.

Elena Donazzan torna alla carica con il ministro Stefania Giannini, sollecitando una risposta alla lettera-appello del 29 luglio scorso con cui Regione, Anci, Upi, tutte le sigle sindacali del mondo della scuola veneto, associazioni dell’handicap e capigruppo consiliari hanno denunciato il divario tra ‘organico di diritto’ assegnato dal ministero (rapporto teorico alunni/docenti su base meramente numerica) e ‘organico di fatto’ (rapporto reale alunni/docenti in base alle esigenze didattiche e del territorio), chiedendo l’assegnazione di insegnanti ‘aggiuntivi’.

“Senza l’assegnazione di quei 468 docenti che il ministero non ci riconosce – ricorda l’assessore – l’apertura dell’anno scolastico 2016-17 è a rischio. Se il Miur dovesse continua a ignorare la documentata richiesta espressa dal Veneto, peraltro convalidata dalle stime dell’Ufficio scolastico regionale che del ministero è emanazione diretta, il sistema scolastico veneto a settembre non sarà in grado di garantire gli insegnanti di sostegno agli studenti disabili, non sarà possibile dare continuità alle sezioni a tempo pieno, né continuare ad assicurare la sopravvivenza delle scuole di montagna. Se il ministero non provvederà a integrare in tempo la pianta organica nelle scuole del veneto – aggiunge l’assessore – avremo altre 200 classi sovraffollate  (con oltre 29 alunni), salteranno molti turni pomeridiani nella sezioni della scuola dell’infanzia e primaria e si interromperanno i percorsi educativi per gli adulti, che consentono di conseguire un titolo di studio a chi ha abbandonato precocemente la scuola. Non accetteremo che il Veneto sia ancora una volta penalizzato ingiustamente – incalza l’assessore – visto che il rapporto numerico teorico tra docenti e studenti (1 a 13) è uno dei più ‘virtuosi’ d’Italia e che ad altre regioni, meno performanti nelle classifiche dell’efficienza e dei risultati scolastici, hanno  ottenuto posti aggiuntivi nell’organico dei docenti e del personale Ata. Questo incredibile pasticcio, che penalizza studenti, insegnanti e famiglie, sarebbe stato evitabile se governo e ministero avessero avuto più coraggio– conclude Elena Donazzan – Ad esempio, se invece del discutibile ‘concorsone’, che sembra fatto più per bocciare gli insegnanti e giustificare gli esigui inserimenti che per favorirne la stabilizzazione in ruolo, il Miur avesse affidato ai dirigenti scolastici la responsabilità di selezionare in modo opportuno i precari con esperienza didattica, stabilizzando le figura docenti necessarie al fabbisogno, questa sarebbe stata una risposta vera, e più seria, alle reali necessità dei nostri studenti e delle nostre scuole”.

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