E’ un inno al ruolo delle donne e all’amore per la propria città il 25 aprile, celebrato questa mattina a Thiene insieme ai comuni di Zanè e Sarcedo.

Un discorso molto apprezzato quello del sindaco Giovanni Casarotto, che ha ‘volato alto’ superando le lotte tra fascisti e partigiani e riportato l’attenzione su quello che deve essere, oggi, l’unità vera, fatta di rispetto reciproco, amore per la casa comune, virtù famigliari, religiose e civili.

La cerimonia ufficiale ha avuto inizio alle 8.30 con il passaggio al Cimitero, al Monumento dei caduti di Rozzampia e del Santo-Lampertico e al Cippo delle Quattro Strade. Poi il tradizionale alzabandiera, la Messa e infine il ritrovo alla Loggia dei Caduti, in piazza Chilesotti a Thiene.

Novità della cerimonia, oltre al Circolo Fotografico Città di Thiene, la presenza del Coro Giovanile di Thiene, chiamato a partecipare dal Corpo Bandistico Patronato San Gaetano con lo scopo di tramandare la storia ai giovani, coinvolgendoli grazie al canto, a rivivere la storia.

Il primo cittadino ha invitato a tramandare la storia alle prossime generazioni, richiamando sulla mostra fotografica contenuta nella Thiene 25 aprileLoggia dei Caduti di Thiene, recentemente restaurata grazie al contributo del Lions Club Thiene Host. Casarotto, nel suo saluto, ha voluto lasciare da parte le acredini storiche, attirando l’attenzione sull’importanza che la città dovrebbe avere per i cittadini. “Cito le parole di Giorgio La Pira, indimenticabile sindaco di Firenze – ha detto Casarotto – Amate la vostra città come parte integrante della vostra personalità. Voi siete piantati in essa, in essa saranno piantate le generazioni future che avranno da voi radice: è un patrimonio prezioso che voi siete tenuti a tramandare intatto, anzi migliorato ed accresciuto, alle generazioni che verranno. Custoditene le piazze, i giardini, le strade, le scuole: fate che il volto di questa città sia sempre sereno e pulito. Sentitevi, attraverso di essa, membri di una stessa famiglia. Non vi siano fra voi divisioni essenziali che turbino la pace e l’amicizia, ma la pace, l’amicizia, la cristiana fraternità, fioriscano in questa città vostra”.

25 aprileHa preso quindi la parola per l’orazione ufficiale Maria Pia Mainardi, vicepresidente dell’Associazione Resistenze di Venezia, presidente dell’Associazione Questacittà-Spazio Donna, responsabile del centro antiviolenza dell’Ulss 7 e membro del direttivo Istituto della resistenza e storia contemporanea di Vicenza e Venezia.
“Ricordo la mancanza di libertà di quando ero bambina – ha sottolineato Maria Pia Mainardi, spiegando alcuni episodi dell’era nazista, come la deportazione di disabili e omosessuali – Il 25 aprile è una giornata felice”. Mainardi ha quindi parlato del ruolo delle donne all’epoca della Liberazione. Donne protagoniste e non solo ‘spalle’, che rischiavano in prima persona come staffette, che sfrecciavano in bicicletta con borse della spesa colme di viveri e acqua per i soldati. Donne che avevano anche armi e all’occorrenza sparavano, che hanno partecipato in prima persona al conflitto e hanno conquistato in quel periodo una nuova soggettività.

 

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