Per la scuola delle Dorotee di Thiene, sembra che il sole si prepari a tramontare.
Saltata la classe prima del prossimo settembre, arriva ora il ‘no’ delle consorelle del Farina di Vicenza a sobbarcarsi la gestione.
E pesano parecchio anche i soldi che si troverebbero a sborsare per l’impresa edile che dovrebbe sistemarne mura e fondamenta.

Soli pochi giorni fa è calata la notizia all’ultimo consiglio d’istituto: la trattativa tra le suore thienesi e quelle beriche non è andata in porto, gettando nuovamente scompiglio tra le famiglie dei ragazzi che la frequentano, speranzosi in una luce vicentina in fondo al tunnel.

da Vicenza: “Impossibile gestire Thiene”
Mesi di contrattazione non andati a buone fine per due motivi principali: troppi i soldi che servirebbero per rendere antisismico il blocco di edificio che ospita le aule scolastiche, oltre a dovere reinventare lo spazio per la mensa.
Ma, soldi a parte, quello che ha fatto mettere nel cassetto ogni velleità di vedere arrivare a Thiene le suore di Vicenza, la loro impossibilità a farsi carico della completa e totale gestione della scuola delle Dorotee.
A togliere la voglia di portare avanti le discussioni anche delle carte che mancano. L’edificio, infatti, pur essendo attualmente agibile è stato costruito in parte sopra la roggia: non si trovano i documenti con cui ne è stata rilasciata l’autorizzazione.
L’arrivo delle consorelle del Farina era auspicato a Thiene: una presenza la loro, che avrebbe potuto sbrecciare il muro alzato dalla Casa Madre poco meno di un anno, ragionando in termini di cessione della scuola. Perentoria, infatti, la volontà che a tenere lezione in classe fossero delle suore e nessun altro.

thiene - dorotee Giugno 2022, ultimo atto
Ora come ora la Casa Madre garantirà i cancelli aperti agli alunni fino al giugno 2022 poi, per carestia di suore, smetterà di impartire lezioni ai rampanti thienesi e non.
Una data fisiologica, che segnerà l’uscita degli scolari dalla quinta elementare. Alunni già iscritti ai quali verranno garantite le lezioni e, nel caso, il loro numero per classe scendesse sotto al 10, verranno accorpati in una classe parallela.

Con una storia di oltre 200 anni alle spalle, sembra nero più che mai il futuro della scuola, nonostante qualche tentativo di mantenerne viva la tradizione.
Soli sette mesi fa fu la diocesi di Padova a tirare i remi in barca: troppo gli 1,8 milioni di euro da sganciare per i lavori edili, a fronte della cessazione monca dell’istituto, che fecero storcere il naso alla commissione tecnica padovana. Perché se il mantenere una scuola cattolica a Thiene risultava allettante, per la diocesi era fondamentale averla tutta e non priva della parte di fabbricato riservata a mensa ed annessi. Un tavolo di contrattazione attorno al quale girarono, più o meno ufficialmente, il sindaco Casarotto e don Livio pronti, all’epoca, ad aiutare il preside Maino nel suo ruolo d’interlocutore e salvare la scuola.

Ora resta lo sconforto dei genitori che, sentendosi scippati di un’opportunità per i propri figli, sperano ancora nel consiglio d’istituto per trovare la soluzione che salvi capre e cavoli.
Sono invece spariti, o quanto meno non si fanno più sentire ufficialmente, quei volti della politica nostrana che usarono la scuola come cavallo di Troia nella corsa alla poltrona di sindaco di Thiene.

Paola Viero

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