“I social network sono una iattura, sono come le discariche, scrive chiunque, anche chi è in preda a crisi di nervi”.

A dire il vero ce ne eravamo accorti già da tempo, ma se a dirlo a Piovene Rocchette, in pieno Alto Vicentino, è Vittorio Feltri, giornalista e scrittore tra i più noti in Italia, forse è la volta di soffermarsi un attimo sul concetto e, da ora in avanti, contare fino a 3 (anche fino a 3 miliardi se serve ad evitare di scrivere scemenze) prima di digitare i pensieri sulla tastiera.

Il direttore di Libero ha inaugurato ieri la stagione culturale promossa dall’assessorato alla Cultura di Piovene, alla cui folta platea ha proposto il tema ‘L’informazione tra web e carta stampata’.

Un tema interessante non solo per gli addetti ai lavori, in quanto ha aperto gli occhi ai presenti sul mondo del giornalismo. Un campo delicato che richiede anni di preparazione e cultura, che ha subito dei fortissimi cambiamenti grazie allo sviluppo tecnologico e che, proprio a causa dello sviluppo tecnologico, è argomento di critica costante da parte di chi si siede dietro ad un computer e dispensa pensieri personali come fossero notizie.Feltri1

“Come si informa oggi un lettore?” è stato chiesto a Feltri a inizio serata. “Le informazioni più immediate arrivano dai giornali via web che diffondono le notizie in tempo reale – ha spiegato il direttore di Libero – Un lavoro impegnativo e non privo di errori, in quanto c’è poco tempo per informarsi e verificare le notizie, ma attendibile. Il giorno dopo esce il cartaceo, che per attirare il lettore a rileggere la notizia, la rielabora dandole nuove sfumature e facendo magari titoli ad effetto. Il crollo della carta stampata deriva dal fatto che il mondo online è gratuito, ormai si è consolidata l’idea di ricevere le informazioni senza dover pagare”.

Ma il mondo del web nasconde un’insidia che fa rabbrividire i giornalisti e fa invece gola ai tanti Napalm 51 che popolano i social: le ‘fake news’. Le bufale insomma, quelle false notizie che non vengono mai verificate perché a metterle in circolo sono orecchie credulone. I giornalisti spesso le fiutano al volo, ma i lettori no, contribuendo a diffonderle in modo talmente massiccio, da farle quasi diventare reali. Bufale che possono offendere, uccidere, minare la reputazione di persone perbene e costringere persone oneste a doversi difendere. E poi c’è la violenza del web. “Mi hanno augurato la morte almeno 1.500 volte – ha commentato sorridendo Feltri – Sul web trionfano insulti, trivialità, la qualità si è abbassata in modo drastico e a parlare sono quasi sempre persone che hanno solo bisogno di sfogarsi”.

In merito alla violenza nel web e contro i giornalisti, suscitata dalla contrarietà che molti manifestano nei confronti di alcuni articoli, Feltri non ha dubbi: “Il ruolo del giornalista è essere provocatore e non deve stare simpatico a tutti. Deve verificare la verità e trasmetterla ai lettori. Un giornalista serio ha le spalle forti per sopportare le critiche e infischiarsene – ha concluso – Il politicamente corretto sta distruggendo la società”.

Anna Bianchini

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