Forse non tutti sanno che rubare ai monasteri porta una sfortuna nera, praticamente una jella formidabile, fatto noto già dal medioevo. E’ probabile non lo sapesse nemmeno chi, durante il mercatino di Natale di Cogollo del Cengio della scorsa settimana, ha sottratto con destrezza un’opera in vendita all’antico monastero dell’Olmo, i cui proventi sarebbero stati destinati in beneficenza.

 

L’esemplare, dal valore di mercato di circa 60 euro, è un commento alla Genesi in ebraico del rabbino Ovadyah Sforno, con traduzione in italiano e piantina della città di Cesena, scritto alla fine del XV secolo. Non certo una lettura estiva quindi, ma un testo che dovrebbe  accompagnare riflessioni, come minimo, di una certa profondità intellettuale.

 

Il ‘lupin’ del monastero sembra aver colto l’occasione in cui le due monache della ‘piccola famiglia della Resurrezione’ che vivono e operano nel monastero, suon Lucia e suor Caterina, andavano avanti e indietro, indaffarate, a spiegare ai visitatori la storia della loro comunità e a vendere libri, icone e marmellate di loro produzione.

 

libro-rubato-monastero-cogollo

Suor Caterina, nella cripta, era intenta a raccontare ai centinaia di turisti interessati il significato delle icone, lei che per tutta la vita le ha dipinte imparando per anni la tecnica nei monasteri greci secondo lo stile conosciuto come ‘iconografia cretese’, della quale è caposcuola e maestra. Suor Lucia, esperta di lingua ebraica, curatrice, tra l’altro, dell’edizione del libro rubato, condivideva con la generosità che la contraddistingue la sua passione per le lingue antiche e l’ebraico, che insegna durante l’anno a tutti quelli che sono interessati ad avvicinarsi ai testi sacri senza la mediazione della traduzione.

 

‘Non è per il valore del libro che siamo rattristate – ha commentato suor Lucia – che non è così elevato, ma di questo gesto così poco rispettoso del nostro lavoro e dell’impegno spirituale che mettiamo ogni giorno nelle nostre preghiere e nel nostro studio. Questa persona dovrebbe vergognarsi. Ma se vuole è ancora in tempo a rimediare. Ci restituisca il libro, lo metta da qualche parte dentro la chiesa dell’Olmo dove lo possiamo trovare, oppure sia onesto fino in fondo e ci metta i soldi del suo valore dentro la cassetta delle lettere o in quella delle offerte. Questo episodio ci ha profondamente amareggiate’.

 

 

Marta Boriero

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