Nessuno sapeva quanti anni avesse, forse nemmeno lui conosceva l’esatta data della sua nascita. Tre generazioni di Piovenesi ricordano di averlo sempre conosciuto anche se la sua storia inizia molto distante, in Somalia, patria della madre, mentre il padre era italiano.

 

Giorgio Venzi, conosciuto come ‘Giorgio Sacrestàn’ o anche scherzosamente ‘Giorgio Patina’ per via del colore mulatto della sua pelle, è stato per Piovene il Sacrestano per eccellenza, quello che per professione ha dedicato tutta la sua esistenza alle attività di volontariato all’interno della parrocchia, coinvolgendo grandi e piccoli, senza distinzioni.

 

Arrivato in Veneto già adolescente, negli anni ’50, non riuscii mai ad adattarsi alla vita di fabbrica in Lanerossi, dove era stato assunto giovanissimo, e ci restò solo pochi anni. Capì presto che la sua vera vocazione era aiutare gli altri, alla quale si dedicò fino alla morte, distribuendo casa per casa riviste religiose, organizzando feste, occupandosi delle campane e delle piccole incombenze della sacrestia.

 

Che piovesse o che ci fossero 30 gradi non si toglieva mai la proverbiale giacca di lana, e nessuno si ricorda di averlo mai visto senza.  La sacrestia era la sua casa, dove dormiva in un soppalco, ma soprattutto, spirito libero che non amava vincoli qual era, viveva tra la gente del paese, fermandosi a pranzo e a cena prima da una famiglia e poi da un’altra, che omaggiava sempre con un piccolo regalo e una chiacchierata sui fatti del paese.

 

Forse a causa di alcuni screzi con il parroco di allora, Don Israele, Giorgio per un periodo si era allontanato dal patronato, vivendo della carità di tutti ma esercitando comunque sempre la sua opera di volontariato, continuando ad organizzare momenti di incontro per la gente del posto. Negli ultimi anni si era specializzato nell’organizzazione della festa dei ‘Giorgi’, che preparava con tanto fervore da passare casa per casa dove sapeva ci fossero dei Giorgi o delle Giorgie.

 

Conosceva tutti per nome, di tutti era informato sulle vicende della loro vita, e a tutti dispensava la sua filosofia, senza essere pedante, sempre con leggerezza e con una piccola battuta, a volte scherzosa e a volte saggia.

 

Negli ultimi anni l’Amministrazione gli aveva assegnato un alloggio comunale, dove potesse passare in serenità la vecchiaia. Ammalatosi di influenza prima di Pasqua e peggiorando di giorno in giorno, forse sentendosi sempre più debole e solo, se ne era tornato a dormire nel vecchio soppalco della sacrestia, per assaporare magari ancora l’antico via vai di persone come ai tempi in cui era giovane e in forze.

 

Ricoverato circa un mese fa per bronchite virale, il suo corpo non è riuscito a debellarla. ‘Giorgio Sacrestàn’ è mancato la notte del 2 maggio dopo terapia intensiva.

 

Don Romeo, il parroco di Piovene Rocchette che lo ha conosciuto negli ultimi anni, lo ricorda come un uomo sempre al servizio degli altri, con la sua personalità particolare che mal sopportava le costrizioni. ‘Nella sua semplicità si è fatto voler bene da tutti, e nessuno – precisa Don Romeo – gli negava un pasto caldo. Era un uomo buono che fa parte della storia di Piovene’.

 

I funerali si celebreranno lunedì 4 maggio alle 16 nella chiesa Parrocchiale di Santo Stefano.

 

 

Marta Boriero

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