L’uomo del gel ha detto NO, forse. Basta coi project financing nella sanità veneta. Parola di Zaia, Presidente della Giunta Regionale del Veneto.

Sono passati 3 anni da quanto è stato aperto il nuovo Ospedale Altovicentino a Santorso, ma molte informazioni sono ancora avvolte da un alone di mistero e, in particolare, il project financing, strumento utilizzato per la realizzazione dell’opera dell’ormai ex ULSS 4, pare essere ancora un tabù imperscrutabile. Un segreto gelosamente conservato accessibile a pochi eletti.

Soprattutto non è dato a sapere quale sia il contenuto di questo contratto che, alla fine della fiera, costerà all’ULSS (cioè a noi cittadini, ndr) la bellezza di oltre 600milioni di euro.

Cos’è il project financing

Il project financing (finanza di progetto), sinteticamente, è un sistema di finanziamento per la realizzazione di infrastrutture pubbliche, che attinge prevalentemente a risorse progettuali e a capitali privati, recuperabili grazie al flusso di denaro generato dall’infrastruttura stessa un volta che questa sia entrata in gestione. In altre parole è una forma di contratto prevista dalla Legge che consente alla P.A. di affidare a Privati (Proponenti) l’esecuzione di un’opera per la quale l’Ente pubblico non ha le risorse finanziarie per poterla realizzare in proprio.

Una tipica applicazione può essere considerata la realizzazione di un parcheggio in centro città. Nel caso in cui il Comune non abbia la disponibilità finanziaria per poterlo eseguire, può inserire l’intervento nel Piano triennale delle opere pubbliche ai sensi dell’art. 37 bis della Legge Merloni ter.

Può cosi intervenire una Società, detta Proponente, la quale realizza l’opera con capitali propri e recupera il proprio investimento con le entrate derivanti dai ticket di sosta per un periodo di tempo prestabilito; alla scadenza del periodo, l’opera verrà trasferita gratuitamente al Comune.

Normalmente, e se correttamente utilizzato, lo strumento può essere effettivamente utile.

Nel caso del nostro ospedale, l’applicazione pare effettivamente “stiracchiata” visto che i privati di Summania Sanità hanno messo sul piatto la somma di circa 70milioni di euro e che l’ULSS, tramite la Regione Veneto, ne abbia messi altrettanti.

Annotazioni

Del project del nostro ospedale se ne era lungamente discusso fino allo scorso anno con gli ultimi colpi di coda durante la campagna elettorale per le elezioni regionali, poi tutto è finito nell’oblio, dimenticato.

La questione divenne di interesse pubblico allorché, aperto il nuovo ospedale, gli utenti si videro costretti a pagare il ticket per l’utilizzo del parcheggio, infermieri compresi.

Le proteste dei cittadini e dei dipendenti dell’azienda sanitaria costrinsero i Sindaci ad intervenire chiedendo lumi alla Direzione dell’ULSS e chiedendo pure di poter esaminare il contratto di project financing. Il Direttore Generale, forte del parere della Direzione regionale, cioè del Dirigente che che il Project lo aveva avviato (sic!), alla richiesta dei Sindaci di avere copia dei documenti oppose un assoluto diniego sostenendo la riserva per ragioni di privacy.

Investita della questione, l’Avvocatura della Regione Veneto dopo un lunga disamina riconobbe la natura pubblicistica del project financing, ciò al pari di qualsiasi altra forma contrattuale che impegni la Pubblica Amministrazione. Parere che uno studente al primo anno di Legge avrebbe potuto dare senza alcuna esitazione!

Sulla questione intervenne anche il Presidente Zaia (allora uscente e ricandidato) che promise un immediato intervento per eliminare questa stortura, ma a quanto ci risulta il ticket si continua a pagare.

Del resto lo stesso Zaia affermò più volte che il project non sarebbe più stato utilizzato per realizzare nuovi ospedali, ma forse anche questa promessa pare destinata ad essere smentita viste le notizie provenienti da Padova dove in queste settimane è tornato d’attualità il progetto del nuovo policlinico cittadino.

Lo stesso Zaia che alcuni mesi fa, in occasione di un incontro con i Sindaci della zona proprio nel nostro ospedale, a fronte della richiesta di notizie circa la promessa, dello stesso Zaia, di voler rinegoziare i project financing dichiara di non poterlo fare a causa del Governo che ha bocciato la sua richiesta per una Legge bloccata in Parlamento. Delle due l’una: o ci fa, o ci è!

Non è noto, infatti, da quando vi sia la necessità del parere del Governo per poter rinegoziare un contratto sottoscritto da una pubblica amministrazione.

È bene che qualcuno informi Zaia dell’esistenza della L. 125/2015 che, in materia di spending

review, contiene un lungo articolato che tratta specificatamente la materia sanitaria. In particolare, la norma obbliga gli Enti pubblici a sottoporre, nel nostro caso, al Concessionario (Summania Sanità, ndr) una proposta di rinegoziazione contrattuale che preveda una riduzione di spesa del 5% del valore del contratto stesso. Proposta che il Concessionario può accettare o scegliere di recedere dal contratto senza alcuna penalità per l’Ente Pubblico. Ente che, nel caso in cui il Concessionario non accetti la riduzione o non risponda alla proposta entro il termine di 30 giorni, può a sua volta recedere dal contratto senza alcuna penalità. In entrambi i casi, l’Ulss è tenuta al solo pagamento del valore dei lavori eseguiti nei limiti dell’arricchimento ottenuto dall’amministrazione.

Proprio come ultima ratio, esercitare il diritto di recesso potrebbe essere una soluzione da considerare come un’opportunità.

Sarebbe interessante sapere se i Sindaci dell’ex Ulss 7 Pedemontana, ora che hanno a disposizione i documenti del project del nostro ospedale, questi documenti li abbiano effettivamente esaminati e se, una volta esaminati, abbiano riscontrato qualche anomalia. Poi, qualora le anomalie fossero state riscontrate, sarebbe di interesse pubblico conoscere quali azioni hanno messo in atto per chiedere conto di ciò a chi quei documenti li ha redatti, approvati e sottoscritti.

I dubbi

Infine, ci sia concessa la riproposizione di alcuni dubbi.

Un legittimo dubbio, ad esempio, potrebbe esserci proprio sulla questione parcheggi a pagamento i quali, va ricordato, sono standard urbanistici obbligatori; cioè sono infrastrutture che, quand’anche di proprietà privata, sono destinati ad uso pubblico e la cui regolamentazione va definita con l’Ente di riferimento, in questo caso, con il comune di Santorso.

Il comune ha specificatamente autorizzato il ticket?

Ed ancora, scontate le pseudo rassicurazioni dei politici di turno, l’Ospedale Altovicentino fin quando manterrà la sua autonomia?

Urologia è oramai chiaro che (provvisoriamente, sic!) sarà una “filiale” di Bassano, mentre è notizia di queste giorni che Radioterapia sarà trasferita al S. Bassiano. Sbagliamo o queste operazioni ricordano in fotocopia quanto già accaduto tra gli Ospedali di Thiene e Schio negli anni ‘90?

A quando la prossima “razionalizzazione” dei reparti tra gli Ospedali Altovicentino e S. Bassiano di Bassano del Grappa?

Nel frattempo, noi continuiamo a pagare circa 24milioni l’anno di canone per il project financing tramutando la nostra ULSS da Ente virtuoso a Ente indebitato.

Con velato scetticismo, non verremmo che si ripetessero i casi BpVi e Veneto Banca dove, a più di un anno dal crack, ancora non è chiaro se ci sarà un’azione di responsabilità nei confronti di chi ha causato il fallimento delle banche ed in questo senso, una lettura smaliziata della pervicace indisponibilità a rendere pubblici gli atti del project financing proprio da parte dell’Ente pubblico, qualche dubbio lo lascia.

Al. Th.

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