Da vent’anni in Italia non c’è una politica industriale. Invece di investire sulla ricerca e lo sviluppo del prodotto (lo sapevate, come spiega Marianna Mazzucato, che la maggior parte delle imprese della California sono l’esito di una politica di investimenti pubblici?) abbiamo deciso di precarizzare il lavoro e diminuire i salari. Abbiamo prodotto disoccupazione, corruzione e il paese, tra quelli ricchi, più ingiusto al mondo per la distribuzione della ricchezza rispetto al patrimonio. Siamo il paese con una ricchezza privata rispetto al pil più elevata e con un debito pubblico esorbitante. Uno Stato povero con (pochi) cittadini ricchissimi. Le 10 famiglie più ricche del paese hanno un patrimonio che supera quello di 20 milioni di nostri concittadini: Medioevo!

Ad un certo punto i potenti avevano capito che bisognava aguzzare i mezzi di distrazione di massa. Il problema non dovevano essere i bassi salari che creano una contrazione della domanda, la vergognosa concentrazione della ricchezza in mani di pochi, l’assenza di una politica industriale o la corruzione. Il problema erano i terroni, gli islamici, i neri, gli immigrati. Il problema era la microcriminalità anche dove non c’era. Così nessuno chiedeva più diritti, salari e servizi.

A Schio siamo andati oltre. Nonostante una legge nazionale del 1995 dica che la mendicità semplice non è reato, nel nuovo regolamento di polizia urbana cittadino Orsi ha deciso di punirla. L’articolo 40 vieta in molte zone della città di chiedere l’elemosina, criminalizzando l’indigenza.

Schio è il comune del vicentino che negli anni ha investito più di tutti nel sociale, l’Altovicentino è sempre stato un territorio solidale. Sapevamo che questi leghisti mascherati avrebbero prodotto consiglieri e assessori impegnati nella stigmatizzazione della diversità e nella costruzione di stereotipi. Qui però siamo andati oltre. La povertà è diventata un reato. A Schio non si combatte più la povertà, si combattono i poveri!
Carlo Cunegato, Tessiamo Schio

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