Siamo alle solite trite e ritrite faccende all’Italiana. Quando tutti a gran voce hanno acclamato l’abolizione delle Provincie, un’ondata di entusiasmo ha travolto l’opinione pubblica: stavolta rifacciamo l’Italia sul serio. Tagliamo le spese della politica. E poi cos’è successo invece? Ci siamo trovati con l’ansia di colmare il vuoto e abbiamo creato nuove strutture pachiderma come le Unioni Montane.

 

Sulla carta devono aiutare i comuni nella loro non facile opera di amministrare con sempre meno soldi pubblici, nella realtà non hanno nessun potere preciso e precisato. Qualcuno mi dica a cosa servono in pratica. A farti un permesso per la raccolta funghi, a mettere il patrocinio per una serata sulla Grande guerra, a mandarti sul giornale con la promessa di un ‘faremo, potremo, vedremo’? Suvvia! Continuiamo a non cambiare nulla e ad associarci per l’inutile… ma quel che conta è che siamo in Europa, altro organismo che poco dà e tutto chiede. Noi cittadini siamo alle prese coi bilanci casalinghi sempre più difficili da far quadrare, mentre questi si trastullano in inutili incontri per decidere cosa? Se piantare quattro alberi spelacchiati in una via del centro? Capirei se fossimo in Alto Adige, dove di montagna si vive, e là sì che una Unione montana può essere utile ai paesi, ma da noi? Ormai qui non arriva più nemmeno la neve. Spero che per Carnevale non dobbiamo sorbirci una nuova genialata e ci capiti l’ennesimo politico benpensante a proporci di associarci nelle Nuove repubbliche marinare!

Giovanni Sartori

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