“Se è una proposta per farsi dire di no dal Governo è la migliore che si potesse pensare, se invece si vuole raggiungere un risultato deve essere assolutamente cambiata”. È quanto ha affermato il capogruppo del Partito Democratico Stefano Fracasso intervenendo sul Pdls 43 sull’autonomia, di cui è correlatore, la cui discussione è iniziata oggi in aula.

“Per noi non è un atto simbolico o un teorema, la campagna elettorale è finita. Vogliamo un provvedimento che serva a raggiungere risultati concreti, perciò dovrà essere credibile e inattaccabile, in modo da convincere Governo, Parlamento e possibilmente i nostri colleghi emiliano-romagnoli e lombardi. Dobbiamo però essere franchi: se si vuole massimizzare il risultato per i veneti è un conto, se si vuole massimizzare il risultato partitico in vista delle elezioni è un altro”, ha aggiunto il capogruppo dem.

“Cominciamo dalle 23 materie, su cui Università e categorie economiche hanno espresso i propri dubbi. Nella scheda che ho votato lo scorso 22 ottobre non ho visto queste materie e come me tutti gli elettori. Zaia si è ben rifiutato di discutere nel merito prima del referendum, ma non ci si può limitare a dire che la richiesta era messa nero su bianco nel suo libretto sull’autonomia. Nel bignami, fra l’altro, il governatore si lamentava di dover mantenere lo Stato lasciando ogni anno 15 miliardi. Adesso, però, con la volontà di trattenere il 90% del gettito fiscale gliene chiediamo indietro 18,8. Quindi la proposta è quella di farci mantenere da Roma? Non era scritto nel quesito referendario…”.

“La sentenza storica della Consulta citata anche dal relatore Finozzi va letta tutta ed ha già bocciato ipotesi di autonomia che vadano oltre la Costituzione, includendo rispetto degli obblighi di solidarietà fiscale con le Regioni meno ricche. E il Governo non può andare contro questa sentenza. Quindi se vogliamo farci dire di no da Roma oppure tirarla lunga fino alle elezioni, il progetto della Regione è il migliore che si potesse fare, se vogliamo raggiungere dei risultati invece va modificato. A partire dall’articolo 2 che propone l’attribuzione dei nove decimi di Irpef, Ires e Iva. Non dimentichiamo – ha detto in chiusura dell’intervento – che il Parlamento dovrà votare a maggioranza assoluta: andare per conto nostro è impossibile, oltre che infruttuoso. Se ne prenda atto in tempo, sarebbe un peccato perdere un treno come questo per difendere un teorema che non sta in piedi”.

Forza Italia: ‘ Ultima tappa in Veneto, poi la palla passa al Governo’

 

Barison F.I.“Quella che stiamo scrivendo – sostiene Barison – è una pagina importante e determinante non solo per i veneti, ma anche per tutti i cittadini delle altre regioni virtuose perché, grazie a questo referendum, si è avviato un processo epocale che va nella direzione del regionalismo differenziato premiando le regioni virtuose, contrastando gli sprechi di denaro pubblico e riequilibrando i rapporti. Questo sistema partirà e si svilupperà in Veneto seguendo il principio della sussidiarietà orizzontale e verticale. Tutto questo sarà possibile attraverso l’approvazione di questa proposta di legge che aiuterà il nostro Governatore Zaia nella trattativa tra Regione Veneto e Stato”.

“Al tavolo della delegazione che tratterà con il Governo – continua l’esponente forzista – siederemo con la determinazione di chiedere tutte le 23 competenze, ma anche le relative risorse. Sia chiaro, nessuno ha intenzione di prendersi le competenze senza risorse, sarebbe l’ennesima beffa. Ci interessa disegnare un Veneto che possa dimostrare la sua virtuosità e avere tra le sue competenze: l’Istruzione, per evitare di essere come ad ogni inizio di anno scolastico senza docenti e dirigenti scolastici; il lavoro, per affrontare con più incisività il collocamento dei disoccupati e per favorire un sostegno per chi perde il lavoro; le infrastrutture viarie statali, per evitare di avere strade rattoppate e inadeguate; la sanità, per evitare di subire ogni anno tagli sul fondo e vincoli sulla spesa del personale o sulle specializzazioni; lo sviluppo e la ricerca; l’innovazione, per sostenere le imprese e per renderle più competitive; il commercio con l’estero, per sostenere e promuovere l’export e per istituire marchi di qualità regionali per proteggere i nostri prodotti e tanto altro ancora”.

 

 

 

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