Un vulcano. E’ questo il termine che guizza in testa a parlare con Maria Teresa Sperotto, 56 anni da poco festeggiati, sindaco di Fara Vicentino dal 2014. Donna diretta, appassionata da sempre di politica, preparata in campo amministrativo ma pur sempre di pancia e di cuore, che 12 anni fa come assessore mise piede in comune e non ne è più uscita, perché così vogliono i suoi cittadini.

Sindaco due anni fa un consenso popolare straordinario ha siglato la sua elezione, mi spiega il suo segreto?
Bisogna chiederlo ai miei cittadini – arrossisce e sorride – Non mi aspettavo un simile risultato, ci contavo tanto e ne sono molto soddisfatta. Una fiducia popolare che sto cercando di restituire ogni giorno da due anni a questa parte, questo grazie anche agli assessori, persone caparbie, tenaci e professionali. Un lavoro di gruppo, nella linea del ‘progetto comune’ grazie anche all’attività puntuale dei consiglieri, sia di minoranza che maggioranza.

Chi glielo ha fatto fare di candidarsi a sindaco?
Non  pensavo di certo di diventare sindaco, ma quando ho visto le candidature mi son resa conto che a nessuno avrei dato il mio voto. In tre mesi ho fatto la mia lista cercando persone che condividessero il mio ‘progetto comune’. I cittadini poi hanno deciso.

Circa 4000 persone tra Fara Vicentino e San Giorgio di Perlena: due cuori e una capanna o c’è ancora quel divario invisibile che le precedenti amministrazioni non riuscivano a colmare?
Con me il paese è unico, sono orgogliosissima dei miei concittadini che fanno pulsare un unico piccolo e grande cuore! Nessun figlio mariaT1minore, nessun confine e trovarlo un territorio comunale come il mio che ha 42 associazioni che si danno da fare tutto l’anno per la comunità: posso essere io da meno? No, io sono a servizio della mia comunità e lo sarò sempre.

In questi primi due anni di mandato, cosa ha portato ‘a casa’ a fronte di una programmazione che i suoi avversari ritenevano troppo vaga?
Troppo vaga per i detrattori ma se si pensa alle problematiche che pesavano sul territorio e col lavoro che abbiamo fatto fino adesso, i fatti parlano da soli: lavoriamo a 360 gradi, dando urgenza alla sicurezza del territorio, fatta di viabilità, sorveglianza e messa a norma degli edifici scolastici.  Con gli edifici pubblici siamo quasi a posto, stiamo installando delle telecamere per dare un giro di vite all’inciviltà, soprattutto chi abbandona i rifiuti e abbiamo installato un sistema di allarme alle scuole medie, troppo spesso visitate e a San Giorgio di Perlena stiamo dando finalmente la piazza che mancava e ne abbiamo difeso la continuità della scuola elementare. 

Un esempio pratico per spiegare come lavora il sindaco Sperotto me lo può dare?
Nell’urgenza di procedere con la messa in sicurezza della scuola ho scritto una lettera al presidente del consiglio e  Renzi non mi rispose. Non esiste che non ricevo risposta quando ne va della sicurezza dei ‘miei’ studenti, così ho inviato altre tre lettere, una alla presidenza del consiglio, una al ministro delle infrastrutture e una al ministro della pubblica istruzione. Dopo 12 ore mi hanno risposto, fondi alla mano e sono partiti i lavori.

Un lavoro il suo che a volte la rende ostaggio della macchina comunale, cosa la gratifica e le da speranza?
I miei giovani concittadini, sono contenta e fiera di loro. Credo in loro, sono il nostro futuro e per loro ho istituito il ‘debutto civico’ che si tiene a dicembre di ogni anno, dove invito chi ha compiuto 18 anni e regalo a loro la Costituzione. Nella stessa serata vengono premiati i ragazzi che in quell’anno si sono laureati donando una versione commentata della Costituzione.


mariaT3Con le ragazze profughe che sono state accolte come procede?
Dalla settimana scorsa sono a tutti gli effetti delle residenti, le si vede girare tranquillamente per le vie del paese, si sono integrate alla perfezione insomma. Dal punto di vista umanitario è comprensibile l’esodo a cui stiamo assistendo, ma dal punto di visto organizzativo è molto difficile e  condivido  i tanti pensieri dubbiosi sulla gestione dei profughi e soprattutto non dobbiamo dimenticare l’appartenenza alla nostra nazione.

I tentacoli della crisi si sono allungati nel suo paese?
Fin troppo, la crisi si è sentita tanto e col sociale sono stati stilati dei progetti ad hoc, con l’inserimento delle persone in difficoltà in delle cooperative. I fondi che abbiamo a destinazione come amministrazione abbiamo deciso di destinarli agli asili, perché se dovevano essere spartiti tra le famiglie bisognose si dava veramente poco, quindi abbiamo preferito perseguire la strada di trovare loro un lavoro.

Sindaco lei celebrerebbe l’unione civile di due gay?
Come rappresentate di governo e da istituzione ho la facoltà di farlo, ma eticamente non sono d’accordo e non trovo corretto l’unione civile di due persone dello stesso sesso.

Un sindaco col cuore avvolto nel tricolore, che fin dalla prima settimana del suo mandato ricevette già 4 segnalazioni da parte di donne vittime di violenza familiare, che attivò fin sa subito delle serate e incontri con specialisti in materia, per aiutare fin dove può. Dove non può arrivare non manca di tenere comunque un occhio vigile, perché “Il Sindaco deve aprire al cittadino  le porte che normalmente non sa  o non può aprire”.

Paola Viero

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