“Niente divagazioni e liberi pensatori”. E siccome Sergio Berlato probabilmente rientrava in questa seconda categoria, ecco la ragione per cui Luca Zaia l’ha lasciato fuori dalla Giunta. Lo sostiene lo stesso Sergio Berlato, consigliere regionale, detto anche ‘Mr. 10.400 preferenze’ alle ultime elezioni.

Lo spiega con il tono politically correct che lo ha sempre contraddistinto, senza schiamazzi, senza scompostezze, ma con decisione.

Berlato, la Giunta Zaia è fatta. Lei aspirava a un ruolo da assessore e invece non è andata così.

Luca Zaia ha fatto la sua scelta e io ne prendo atto. Ma non condivido la scelta. Sono stato il più votato in assoluto pertanto non inserirmi nella rosa degli assessori significa non aver tenuto conto del volere dei cittadini. Non si tratta di accondiscendere alle mie aspirazioni personali, ma di guardare i numeri e comprendere che significato hanno.

Ora come si confronterà con il Governatore e i suoi ‘cavalieri’?

Intanto staremo a vedere come inizieranno i lavori. Osserveremo e capiremo se Zaia vorrà trattarci come partito di maggioranza o opposizione e voteremo le proposte in totale libertà, valutando se le riterremo condivisibili oppure no.

Ha pensato a dimettersi?

Proprio no, perché ho il totale rispetto per i miei elettori. Sono stato scelto da chi mi ha votato per essere in Regione per i prossimi 5 anni e, caschi il mondo, io ci sarò. Sono un politico che può vantare un’altissima percentuale di presenze e intendo continuare a svolgere il mio ruolo.

Quindi in Consiglio Regionale lei sarà, insieme a Marino Finozzi, il punto di riferimento per l’Alto Vicentino…

Assolutamente sì. E non lo faccio di certo perché mi serve una poltrona. Dopo anni in cui sono stato Consigliere e Assessore in Regione e poi in Europa, non ambisco ad un ruolo fine a sé stesso. Io sarò il punto di contatto tra i Sindaci e i cittadini della mia zona e sarò a disposizione di tutti.

Secondo lei, perché non è stato scelto? Motivi politici o ‘personali’?

In un Twitter Luca Zaia ha scritto: “Niente divagazioni e liberi pensatori: la fiducia dataci dai veneti significa applicare alla lettera il programma”. Ecco, penso non serva aggiungere altro. Se si conosce la mia storia politica personale, si sa che io sono un libero pensatore, per cui è ovvio che la mia presenza in Giunta sarebbe stata incompatibile. Io ho rispetto più per gli elettori che per gli alleati.

I suoi obiettivi sono sempre gli stessi?

Certamente. Sicurezza, lavoro, risposte concrete alle famiglie e alle imprese in difficoltà, territorio. E tanto altro. E lotta alla corruzione naturalmente. Non si creda che con il Mose si sia conclusa un’epoca, al contrario: è appena iniziata.

Si sente più deluso o più arrabbiato?

Mi sento rammaricato. Ma non per me, quanto per chi mi ha scelto come suo rappresentante. Ma sono assolutamente sereno, ci mancherebbe. Io farò il mio dovere anche se non sono stato nominato assessore.

Anna Bianchini

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