Belle novità in arrivo da Venezia per i comuni con meno di 5mila abitanti e i comuni nati da fusioni.

La giunta regionale del Veneto ha deliberato le nuove modalità del ‘patto orizzontale’ di stabilità 2016, per permettere ad alcuni comuni di ‘sforare’ l’obbligo di pareggio di bilancio solo per il sostegno di investimenti, grazie alla compensazione tra attivi e passivi dei bilanci di tutti gli enti locali del territorio.

Comuni, province e città metropolitana hanno tempo sino al 15 settembre per presentare domanda al dipartimento enti locali della Regione Veneto per aderire al patto orizzontale.

“La novità del patto 2016 sta nell’aver privilegiato, nel riparto del differenziale positivo dei bilanci calcolato su scala regionale, i comuni sino a 5 mila abitanti e i comuni istituiti per fusione – sottolinea il vicepresidente della giunta Gianluca Forcolin, che ha proposto all’esecutivo la delibera – In questo modo la Regione orienta le economie di bilancio ed eventuali attivi dei propri enti locali che liberano spazi finanziari, al sostegno degli investimenti in conto capitale dei piccoli comuni, che maggiormente soffrono della ‘stretta’ di bilancio imposta dal vincolo nazionale di finanza pubblica”.

Per il 2016 la Regione del Veneto ha disposto di costituire due ‘plafond’, uno a favore dei Comuni (nel quale sarà convogliato l’80% delle risorse disponibili) e uno a favore delle Province e della Città Metropolitana (il restante 20%). La ripartizione dei due plafond avverrà sulla base delle richieste pervenute, in misura proporzionale. Le amministrazioni locali sino a 5 mila abitanti, o nate da fusioni, avranno la precedenza nei criteri di riparto del fondo riservato ai comuni. Eventuali risorse rimanenti saranno successivamente ripartite tra tutti gli altri comuni.

“La Regione del Veneto dà prova di tempismo e di impegno concreto nell’ottimizzare la programmazione economica degli enti locali – spiega Forcolin –proponendosi come regista degli spazi di manovra finanziari consentiti dal vincolo di equilibrio dei bilanci e mettendo a disposizione degli enti locali i propri spazi di investimento liberi dal patto di stabilità. I piccoli comuni potranno così aprire un po’ di più i cordini della borsa, liberando risorse e affrontando spese che altrimenti non avrebbero potuto sostenere, con beneficio per tutti i cittadini. Mentre la Regione del Veneto aiuta le amministrazioni locali, a saldi di spesa invariati, non altrettanto fa lo Stato con le Regioni e gli Enti locali stessi – continua il vicepresidente – visto che per il 2016 ha scaricato sulle Regioni l’onere di incentivare il rispetto del patto di stabilità da parte degli Enti locali, tradendo i presupposti del ‘patto verticale’. Uno Stato che non rinuncia ad alcuna quota del proprio spazio finanziario, rende ancora più risicati i margini di manovra per le Regioni e gli Enti locali.  Al governo e al suo tentativo di porre a carico delle sole regioni la  disponibilità di  liberare investimenti per i comuni, abbiano detto e ribadito il nostro no: così si tradisce la buona collaborazione tra i diversi livelli amministrativi e si uccide il principio del ‘patto verticale’ – conclude Gianluca Forcolin – impedendo alle amministrazioni più virtuose di poter investire a beneficio dei propri cittadini i soldi che hanno in cassa”.

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