“Agenzia Unica Veneta” sociosanitaria in alternativa all’Azienda Zero è la proposta che il Partito Democratico in Consiglio regionale formalizzerà nei prossimi giorni con un Progetto di Legge. La proposta è stata presentata  nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno preso parte la capogruppo Alessandra Moretti e i consiglieri Claudio Sinigaglia, Stefano Fracasso, Piero Ruzzante, Bruno Pigozzo, Graziano Azzalin, Orietta Salemi e Francesca Zottis.

“Con questa proposta – ha spiegato la Moretti – intendiamo rovesciare l’impostazione data da Zaia e disegnare una riorganizzazione dei servizi che consenta una vera ottimizzazione senza smantellare il sistema socio sanitario veneto. L’Azienda zero – ha precisato – è un mostro che accentra e monopolizza ogni funzione e che di fatto espropria le Ulss delle competenze, oltre a depotenziare il ruolo programmatorio e di controllo del Consiglio regionale. Contrariamente con l’Agenzia unica sociosanitaria si attiverebbe un accordo quadro tra le Ulss, unificando alcune funzioni. Sarà – ha concluso Moretti – il comitato dei Direttori generali delle Ulss a programmare e gestire obiettivi e processi, cosa ben diversa da quel carrozzone dell’Azienda Zero che , oltre ad essere ingombrante, rappresenta la negazione di un sistema di condivisione territoriale ”.
“L’ottimizzazione dei servizi sociosanitari – ha ribadito Senigaglia – è possibile anche senza la creazione di un altro carrozzone modello “Veneto Strade”, al quale verrebbe conferito tutto il potere decisionale, oltre ad un bilancio di 8,5 miliardi di euro all’anno e con le Ulss ridotte ad articolazioni di “Veneto Sanità”. Indipendentemente dal numero delle Ulss, la nostra proposta– ha spiegato l’esponente democratico – intende invece definire un Accordo Quadro che disciplini e regolamenti le relazioni tra le Ulss, le Aziende e l’Agenzia Unica Veneta. Gli ambiti di competenza dell’Azienda saranno quelli dell’acquisizione dei beni e servizi per conseguire economie di scala, la realizzazione di forme integrate di gestione nel campo della logistica, la definizione e il monitoraggio della spesa e dei costi standard nel settore dell’acquisizione di beni e servizi”.
“Il nostro modello – ha aggiunto Pigozzo – salvaguarda l’esperienza veneta dell’integrazione sociosanitaria, che contrariamente l’Azienda zero andrebbe a smantellare. Riteniamo che si possa anche modulare l’applicazione di quanto previsto dall’Agenzia attraverso una fase di sperimentazione, dove il primo modulo potrebbe essere la Città Metropolitana di Venezia, per poi andare a regime in tutto il territorio regionale”.

 

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