Con una conferenza stampa unitaria, le opposizioni in Consiglio Regionale hanno presentato le controproposte e gli emendamenti concordati dai gruppi di minoranza sul Pdl 23 – Azienda zero. “Un pacchetto di proposte in otto punti di approfondimento – spiega Claudio Sinigaglia (Pd) – che fa seguito a sei settimane di lavori con undici sedute di Consiglio e a una settimana di discussione e rottura interna sulle nostre proposte precedenti della maggioranza che ha dimostrato una chiara incapacità di decidere””. “Le controproposte presentate –  prosegue Sinigaglia – Riguardano la ridefinizione dell’Area Sanità e Sociale, la richiesta della creazione di un Comitato dei Direttori Generali con precisi e fondamentali compiti gestionali, il potenziamento dell’esistente attività ispettiva e l’attivazione per tutti gli abitanti del Veneto del fascicolo sanitario elettronico unico entro un anno dall’attivazione dell’azienda zero, valido anche per le strutture private convenzionate”. “Siamo partiti nella discussione con sei sì, un no e un ni alle nostre richieste – sintetizza l’esponente dei democratici – Per poi arrivare a una proposta da parte della maggioranza irricevibile se non addirittura irrispettosa”. “Noi su questa battaglia fondamentale per serietà e importanza lavoriamo come opposizioni in termini di coesione e coordinamento al di là del tema politico-ideologico”, dice Stefano Casali, capogruppo Lista Tosi, “Il nostro è un messaggio di serietà ed è difficile dover rincorrere ogni giorno novità che emergono dal testo del Pdl”. Novità che viene spiegata da Giovanna Negro (Veneto del Fare): “Sembra che l’obiettivo sia incorporare nell’Azienda Zero la Centrale Unica di Acquisto che farebbe appalti per tutti gli enti pubblici, compresi i Comuni e le province del Veneto. Considerando che ai tavoli tecnici non si è nemmeno mai presentato il presidente della Prima Commissione, certe questioni sui sarebbero potute affrontare in Commissione già parecchio tempo fa. “L’azienda zero era solo all’ottavo posto del capitolo sulla sanità del programma di Zaia”, dice Simone Scarabel, capogruppo M5S, “La priorità era l’accorpamento delle Ulss, e noi chiediamo di partire da qui. Il rischio è che diventi un parto lungo nove mesi. Chiediamo l’eliminazione dei project e il rafforzamento del controllo su un mega-mostro che rischia di diventare un Mose bis”. “Chi fa il controllore non può anche essere la persona controllata”, aggiunge Marino Zorzato (Area Popolare), “Perché non puoi guidare e contemporaneamente farti la multa. Serve un controllore esterno. L’azienda Zero deve diventare un vero e proprio strumento operativo per la Regione”. “Sono stanco di sentirci accusati di fare solo ostruzionismo”, il commento di Andrea Bassi (Lista Tosi), “Non si può far lasciar passare questa riforma senza combattere. Il Pdl oggi è figlio di nessuno: Zaia non viene in Consiglio a difenderlo e né relatore né assessore rispondono: l’impressione è che nessuno abbia più la forza e la volontà di portarlo avanti”, e sulla stessa linea Orietta Salemi (Pd) commenta come “Sembra quasl di dover trattare con la Libia dato che non ci sono interlocutori”, mentre  Bruno Pigozzo (Pd)  esprime “Solidarietà al Consigliere Finco per la fatica che sta facendo, quasi fosse Sisifo, a rifare di giorno quello che gli hanno sfatto di notte”. Conclude Sinigaglia: “Oggi stiamo discutendo di una terza azienda zero, molto diversa dalla prima proposta dalla maggioranza. Questo in discussione è comunque solo un terzo del Pdl.

Il vero lavoro sull’azienda zero è quello che stanno facendo le opposizioni”.

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