Mentre per Luca Zaia, la riforma sanitaria che sta tenendo banco in seno al consiglio regionale di Palazzo Ferro Fini non deve destare preoccupazione perchè non prevede la soprressione di ospedali nè di servizi ed ogni Ulss potrà continuare a gestire il proprio budjet, l’opposizione continua a promettere battaglia. Un’opposizione compatta e anche forte, di nuova generazione e leve molto ‘passionali’ come Jacopo Berti e Cristina Guarda del Pd.

zaia e tosi 2014Ma ieri anche l’ex assessore regionale alla Sanità Flavio Tosi è stato chiaro e fermo: ‘Una legge così non può essere approvata e va impugnata’. Per l’opposizione, la riforma sanitaria prevederebbe un accentramento di potere, che il grillino Berti ha definito dal volume d’affari del doppio del Mose. ‘Occorre stare molto attenti – ha detto – stiamo già pagando 5 project financing che stanno arricchendo i soliti noti a discapito del cittadino’.
Alessandra MorettiPer Cristina Guarda Luca Zaia è un accentratore che va fermato e la sua capogruppo rilancia: “L’invito è quello di ascoltare le esigenze delle molteplici realtà regionali e discutere con loro delle criticità dell’ultima proposta di legge presentata sul Pdl 23 – dice Alessandra Moretti- Il confronto con i sindaci è indispensabile in virtù del valore del loro ruolo. Dobbiamo dar loro la giusta voce in quanto c’è il rischio che senza le loro figure, la qualità della sanità non sia garantita”.
robertino cappozzoAll’ incontro hanno preso la parola i sindaci Robertino Capozzo, (Lugo di Vicenza), Riccardo Poletto (Bassano del Grappa), Flavio Tosi (Verona), Alvise Maniero (Mira) e Chiara Mazzocato (Caerano di San Marco) che hanno chiesto un maggiore coinvolgimento nel ridisegno di un servizio che li coinvolge da vicino.
“I primi cittadini hanno evidenziato due punti fondamentali da portare avanti – concorda Jacopo Berti, capogruppo 5stelle – Innanzitutto l’ascolto della conferenza dei sindaci, che non è avvenuto a nessun livello in questa nuova versione del progetto di legge, e, in secondo luogo, il problema delle omogeneità delle Ulss, con scompensi dal punto di vista dell’assetto patrimoniale, economico e finanziario e delle cure.

Jacopo BertiBisogna guardare agli spostamenti dei lavoratori, dei macchinari e impianti e a uno studio strutturale e epidemiologico. Il disegno della sanità guarda al 2035, non è possibile ritagliarlo avendo in testa il disegno delle provincie abolite nel 2016”. “Invito a risentire in Commissione i sindaci e gli ordini professionali”, chiede Claudio Sinigaglia del Pd, “E per questo chiederemo l’interruzione dei lavori per un paio di giorni”. “Essendo la sanità un bene dei cittadini è doveroso ascoltare chi ne è a contatto – conclude Giovanna Negro per Veneto dal Fare – Per questo portiamo la voce dei primi cittadini in Consiglio Regionale, in quanto non sono stati ascoltati dalla maggioranza”.

Maggioranza: ‘Tagli da Roma’. Minoranza: Vero problema sono i project’

VENEZIA 26.06.2015.FOTOATTUALITA' . PALAZZO FERRO FINI. INSEDIAMENTO NUOVO CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO. NELLA FOTO:

“Dal Pd veneto fa solo misero ostruzionismo. Mentre Roma continua a tagliare servizi, è vergognoso tenere bloccato il Consiglio veneto con una manovra emendativa strumentale e per nulla costruttiva”. Difende in pieno ‘stile leghista’ Alberto Villanova, consigliere regionale del Gruppo Zaia Presidente e componente della Commissione Sanità del Consiglio regionale del Veneto.  “Presentare più di mille emendamenti con lo solo scopo di bloccare la riforma – afferma Villanova – è un comportamento vergognoso. I mille emendamenti presentati in Aula si sono poi trasformati in 75 mila pagine stampate, soldi dei contribuenti veneti buttati al vento solo ed esclusivamente per soddisfare l’orgoglio personale di qualcuno che non meno di un anno fa si è ritrovato con percentuali da prefisso telefonico”. “Il progetto di legge ‘Azienda Zero’ – continua Villanova – è stato discusso e ridiscusso, oltre che promesso ai cittadini veneti che ad ampia maggioranza danno riconfermato Zaia. Pensare di utilizzare metodi da prima repubblica per bloccare l’approvazione di questo provvedimento è poco rispettoso nei confronti delle istituzioni ma soprattutto dei cittadini veneti. La riforma, ci tengo a ribadirlo, non tocca minimamente l’aspetto ospedaliero ma anzi, tende a sburocratizzare gli uffici amministrativi e a snellire la macchina operativa”. “Ancora più assurdo – segnala il componente della Commissione Sanità – se si pensa che chi vorrebbe darci lezioni di buon governo, a Roma vota per tagliare risorse alle regioni e con il Decreto Lorenzin obbliga di fatto i medici di base a non prescrivere esami imponendo così il ricorso alla cure private, gravando ulteriormente sulle tasche dei cittadini”.

Cristina Guarda“Ci tengo a precisare – conclude Villanova – che la riforma attualmente in Aula non influirà minimamente sulle cure erogate ai cittadini veneti. Chi parla di chiusura di ospedali o diminuzione di posti letto mente sapendo di mentire. In cinque anni non abbiamo chiuso un solo ospedale, abbiamo pagato i debiti a 7 mila imprese e offerto 80 milioni di prestazioni. Con la riforma dell’Azienda Zero noi guardiamo al futuro, qualcuno invece sembra essere ancorato al passato”.

Ma per la consigliera Cristina Guarda, il problema non è Roma, ma i quattro projet financing che hanno indebitato la Regione. Accusa ribadita da Berti, che punta l’indice contro quei contratti, che hanno creato il vero problema alla sanità veneta.

N.B.

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