“E quella veneta sarebbe una sanità eccellente? La realtà è un’altra: le cure territoriali sono state abbandonate e faccio mio l’appello rivolto ai cittadini dalle varie sigle rappresentative dei Medici di famiglia”. Sono le parole della Consigliera regionale Giovanna Negro (Veneto del Fare) che prosegue: “La Regione avrebbe tagliato 1.219 posti letto negli ospedali che ormai curano solo i malati acuti. La Regione aveva promesso 1.263 posti negli Ospedali di Comunità del Territorio, l’aumento dei posti nelle Case di Riposo e il potenziamento delle Cure domiciliari: promesse che la Regione non ha mantenuto. La realtà concreta è un’altra: 40.000 i malati cronici curati a domicilio, una cifra che trasforma le case dei cittadini nel più grande ospedale del Veneto; non un euro in più è stato investito per l’assistenza domiciliare: se ne fanno carico solo le famiglie e i loro medici di famiglia, quei 3.160 medici di famiglia veneti che ogni anno effettuano circa 29 milioni di visite in ambulatorio e 970.000 visite a domicilio e che sono sempre più carichi di burocrazia e non ricevono le dotazioni di personale ed i servizi promessi”.

“In questa situazione, i medici di famiglia non possono che essere costretti alla protesta – conclude Negro – con la sospensione dell’invio delle ricette telematiche. La situazione dev’essere affrontata e risolta quanto prima affinché non si arrivi a misure estreme di protesta, ossia la chiusura degli ambulatori. Meglio aprire il prima possibile un tavolo di confronto per addivenire ad una soluzione che metta al centro il bene dei veneti ed eviti problemi a chi ha bisogno di essere curato”.

a cura dell’Ufficio Stampa della Regione Veneto

 

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