La Ulss 3 alla fine ‘inghiottirà’ quella dell’Alto Vicentino? La sanità locale subirà una delocalizzazione con faro puntato su Bassano del Grappa, che con i suoi due rappresentanti in Regione farebbe la parte del leone? Oppure lasciare due Ulss alla provincia di Vicenza (3+4 e 5+6) è stata una mossa per non creare una unica Ulss troppo grande con il rischio di far diventare la città dei ‘magnagatti’ troppo prepotente davanti al leone di San Marco?

La paura è emersa l’altra sera all’incontro organizzato a Thiene dal Pd locale. Una serata voluta per far luce sui cambiamenti che, sono già iniziati, ma diverranno effettivi l’anno prossimo quando, Ulss 3 e Ulss 4 si fonderanno per diventare una unica Azienda Sanitaria. Su disposizione della Regione Veneto infatti, da inizio 2016 le 21 Ulss venete sono diventate 9, con tante teste tagliate e burocrazia raggruppata in poche sedi.

Alto Vicentino e Bassano saranno una cosa sola, con sede all’ombra del monte Grappa e amministratori e cittadini vogliono vederci chiaro.

Stefano Fracasso, consigliere regionale con esperienza politica nel campo della sanità, ha affiancato Robertino Cappozzo, presidente della Conferenza dei Sindaci dell’Ulss 4 e Livio Pizzato, medico dell’azienda sanitaria, per spiegare la situazione. Davanti a loro una folta platea, nella quale si sono fatti notare i sindaci di Thiene e Santorso, rispettivamente Giovanni Casarotto e Franco Balzi.

I dubbi del sindaco Balzi

Ad insinuare il dubbio su ‘Bassano favorita’ uno schietto Franco Balzi, che ha messo in luce il lato politico della Ulss del Grappa a svantaggio di IMG_0143quella Alto Vicentino e il rischio per la grandezza di una eventuale Ulss unica a Vicenza, che avrebbe potuto puntare i piedi con la dirigenza generale e divenire ‘incontrollabile’. Ma Balzi ha anche fatto chiarezza su un fatto: “I sindaci sono responsabili della salute, ma non sono onnisaccenti e nel territorio servono persone competenti che tengano in piedi la ‘catena corta’ dei rapporti tra cittadini e dirigenza”.

La sanità costa 25 euro pro-capite

“Con quasi 500mila euro annui che i comune di Thiene trasferisce alla Ulss 4– ha commentato Casarotto – abbiamo contribuito molto a garantire servizi. E abbiamo anche potuto dire la nostra sulla presenza del dirigente ai Servizi Sociali, che la riforma regionale aveva dato per cancellato”.

Alla Ulss 4 infatti, i comuni versano 25 euro per ogni persona, contro i 18 della Ulss bassanese che, a detta di molti, a oggi in effetti ha brillato di meno, soprattutto in fatto di medicina del territorio.

Medicina del territorio fiore all’occhiello

IMG_0146“Nell’Alto Vicentino – ha spiegato Fracasso – c’è la più efficiente medicina del territorio, che da quando gli ospedali sono diventati nosocomi per acuti e non per lungodegenti, è indispensabile per dare servizi ai malati. Il futuro delle Ulss è da scrivere ora e l’Alto Vicentino può essere un esempio. Nell’ottica di cambiamento demografico, con popolazione che invecchia, cronicità delle malattie e richiesta di assistenza, la ‘squadra corta’ della Ulss 4, con la grande collaborazione tra cittadini, sindaci e dirigenza, è vitale per il mantenimento dei servizi”.

Giochi di potere dietro alla spending review

Dal 2012 ormai, i fondi per la sanità non crescono più e dai 4miliardi del 2000, poi divenuti 8 nel 2012, ci è assestati su questa cifra. Con il taglio di 12 Ulss si potrebbe pensare ad un notevole risparmio, da tradurre in servizi e funzionalità. E invece, pare di no, perché come succede sempre in politica, si tagliano gli sprechi, si risparmiano vagonate di euro, ma questi soldi finiscono a tappare buchi che risalgono all’epoca di Adamo ed Eva, quando i politici siglavano contratti, accordi e vitalizi, con la stessa leggerezza con la quale le famiglie medie giocavano a Monopoli.

“Regione Veneto dice che questa riforma farà risparmiare solo 90milioni di euro – ha spiegato Fracasso – che su 8 miliardi sono poca cosa. Questo spiega che la riforma non è stata fatta per motivi economici”.

Perché allora? Per creare l’Azienda Zero, una super Ulss, che dalla laguna veneziana impone regole e detta leggi alle 9 Asl locali, decidendo tutto tra le acque dei canali. Decidendo proprio tutto: nomine, acquisti, programmazione, tempi, liste, servizi e tutto quello che ruota attorno alla Sanità, voce che rappresenta il 70% del bilancio regionale.

Una visione destabilizzante per chi cerca trasparenza nella politica e fiducia nella sanità. Ma un dato di fatto, sul quale gli amministratori locali, guidati da Fracasso, hanno voluto dare rassicurazioni.

“Ci saranno dei cambiamenti – ha sottolineato Fracasso – Con la riforma sanitaria è previsto un minore ricorso all’ospedale, con il IMG_0141carico assistenziale che si sposta maggiormente all’interno delle famiglie, soprattutto a carico delle donne. Il problema di questa razionalizzazione non sono i confini delle Ulss, ma i rapporti tra cittadini, amministratori, dirigenze locali e dirigenza regionale. Bisogna lavorare per tenere in piedi questo equilibrio”.

Unico problema evidente per la nuova Ulss Pedemontana, sarà il fatto di non essere un ospedale hub, cioè un centro assistenziale che offre ogni tipo di cura. Per dire, la neurochirurgia a Santorso o Bassano non c’è e per affidarsi alle cure di un neurochirurgo, si deve andare a Vicenza. “Questo comporta meno trasferimenti in termini economici – ha concluso Fracasso – e l’equilibrio finanziario è fondamentale per la sussistenza delle Ulss”.

Il ‘vigile’ Cappozzo

“I sindaci continueranno ad interagire nella loro conferenza – ha spiegato Cappozzo – Non ci rivolgeremo a Bassano, ma porteremo avanti le nostre istanze. Spesso, i comuni si trovano a sopperire a carenze della sanità, perché alcuni problemi di tipo sanitario vengono ‘passati’ come sociali e quindi i pazienti vanno in carico ai comuni”.

Anna Bianchini

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