di Patrizia Vita

Vorrei tornare al tempo in cui eravamo figli, per ricominciare da capo. Vorrei tornare al tempo in cui i nostri figli erano bambini, per ricominciare da capo.

Vedo 50-60enni ansimare per raggiungere un traguardo che un tempo era visto come “fine”: la pensione.

Vedo quarantenni che lo cercano ancora un lavoro, e vedo trentenni che invece sono stanchi prima di cominciare e non lo cercano neanche. Lo faranno a 40, quando diranno: “Ormai è troppo tardi. Chi vuoi che assuma uno di 40 anni?”.

Infine, ed è il peggio che vedo, vedo ventenni che il lavoro, quello degli altri, lo bruciano. S’incappucciano, devastano strade, banche, auto, negozi, rischiano la loro e la vita di chi, per 1200-1500 euro al mese, è costretto a sbarrargli il passo.

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Ieri, Milano è stata ostaggio di un’orda. Hanno voluto dare la zampata del Leone, quelle centinaia di “gattini” che, fossero stati davvero Leoni, almeno non s’incappucciavano. Perchè? Perchè era il loro modo di dire no all’Expo; per dire chè la protesta in difesa dei lavoratori (e ieri era il 1° maggio), se va fatta si deve fare così: distruggendo.

Perchè non l’hanno chiesto ai commercianti/lavoratori cui hanno devastato vetrine, negozi, se gradivano quella difesa del cacchio? Oppure, perchè non l’hanno chiesto a chi ha visto la propria auto ardere tra le fiamme e magari ha pianto pensando che gli restano ancora 36/48 rate da pagare per quell’ammasso di lamiere contorte e annerite?

E ora, a tumulto sedato, a fiamme spente, a raccolta di cocci, vetrate, carcasse, finita, che rimane di quella guerriglia da quartiere, di quella protesta che non ha un perchè se non quello che ognuno dei partecipanti ha fatto suo?

Hanno offeso se stessi, i “gattini” di Corso Magenta e vie limitrofe. Hanno offeso chi di “protesta” ci è anche morto, ma lo ha fatto sapendo qual era il fine ultimo di quel sacrificio.

L’Expo non piace? Bene, magari non hanno tutti i torti, visto che un evento sull’alimentazione è sponsorizzato da grandi sponsor che con la corretta alimentazione non c’azzeccano nulla. Consideriamolo pure anacronistico, non sostenibile, l’Expo, forse dannoso, ma questo non legittima l’andare a spaccare, distruggere il lavoro di chi non c’entra.

Si è parlato di “mandanti morali” di questa “eroica missione”. Di personaggi della cultura, dello spettacolo, che hanno incitato l’azione e poi, a danno fatto, si sono tirati indietro dicendo: “Non ci eravamo capiti”. Se così, ci rendiamo conto che la cultura dei social network sta assumendo valore primario su tutto il resto. Una cultura oppiacea, malsana, che induce a compiere azioni fini a se stesse, senza alcun valore politico, prive di un vero messaggio.

Ecco perchè io sto dalla parte del poliziotto, del carabiniere, del commerciante, del proprietario della Panda distrutta, del passante, che ieri, a Milano, ha maledetto l’Expo, i cretini e di essere italiano.

Vorrei tornare figlia, insieme a tanti altri, per fare di questo un altro paese.

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