Forse qualcuno si darà una calmata e capirà che i social network non sono una specie di sfogatoio dove chiunque può dire tutto su tutti. Dove si insulta, dove si bestemmia, dove chi ha un profilo facebook non sa gestirlo in altro modo che inveendo contro il primo che gli capita sotto tiro. Le liti e le offese sui social network possono costare caro a chi sbraita, a chi ingiuria e merita quindi di essere punito.

Ha certamente imparato la lezione Maurizio Gasparri, rinviato a giudizio, quindi finito sotto processo con l’accusa di avere diretto ingiurie contro Riccardo Puglisi, docente di Economia dell’università di Pavia. Con un tweet, Gasparri aveva scritto ‘ignorante e presuntuoso’ a chi non ha subito in silenzio, ma si è rivolto alla giustizia che ora sta facendo il proprio corso. Il tweet risale al 30 agosto 2013, in occasione di un discorso che il professore tenne a Pavia, in cui difendeva l’operato dell’ex presidente Repubblica Carlo Azeglio Ciampi riguardo alla riforma monetaria e alla lotta alla mafia.
Gasparri, che come ricostruisce il Corriere della sera, si era in seguito scusato con Puglisi, dovrà comunque comparire davanti al giudice il 21 settembre.
E’ accusato di ingiuria, reato che prevede la pena massima di reclusione fino a 6 mesi e una sanzione di 516 euro.
Che qualcuno faccia tesoro di questa vicenda giudiziaria capendo una volta per tutte che facebook o qualsiasi altro social network non sono una giungla dove ci si sbrana dietro la tastiera di un pc. Quando si insulta e si scrive senza pensarci troppo, mancando di rispetto a chi sono dirette quelle parole che c’è chi usa con troppa facilità, si sforzi di capire che il web è come una grande piazza, dove bisogna comunque rispettare delle regole di convivenza. In molti abusano della libertà, sconfinando con la propria ignoranza nell’offesa altrui.

Natalia Bandiera

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