Donna su Facebook, guardati dal corteggiatore da tastiera: invasivo più di una zanzara ad agosto, ti martella con la sua goffa presenza ad ogni tuo post. Ecco come riconoscerlo.

 

 Ti ammorba di like e commenti. Basta un tuo post ( il più banale: “oggi piove”), una tua foto (anche quella della Prima Comunione) e lui va giù come una frusta. Al post, oltre l’accademico ‘mi piace, l’ovvio commento: ” Piove? Non me n’ero accorto, guardando te vedo solo il sole”; sulla foto, invece, sbrodolerà tutti gli aggettivi, e loro sinonimi, che abbiano a che fare con il bello e sensuale. A te in candido abitino bianco e il giglio in mano, lui, il corteggiatore da tastiera, riuscirà a dare l’accezione ‘porca’: ” Uhm, sei bella con la sottanina bianca. Anch’io ho quel deodorante della Glade che tieni in mano”.

C’è anche il tastieromane più astuto, meno esplicito, quello che apparentemente è attratto dal tuo bell’essere interiore, purchè sia contenuto minimo da una quarta di reggiseno. E’ quello che, oltre ad apporre commenti quali: “meraviglia del Creato”, “miracolo della natura”, “dominatrice estetica dell’universo conosciuto”, sta guardando con la lente d’ingrandimento la tua foto, lì in quell’incavo che la scollatura mostra appena.
corteggiatori-su-facebook-702x336Poi c’è il corteggiatore che punta alla ‘testa’ e commenta ‘leccando’ anche il tuo status più politicamente scorretto, la più mastodontica cazzata mente umana possa partorire, con la stessa fede con cui un nazista avrebbe commentato un post di Hitler. Non ci credi? Prova.

Prova a scrivere, ad esempio: “ Trovo giusto che i parlamentari mantengano le pensioni d’oro… perchè così anche l’Italia avrà una grossa riserva aurea“. Vedrai che, lui, sarà l’unico italiano capace d’intendere e di volere a mettere un like al tuo status , e commenterà: “Sei un genio. Da sempre penso la stessa cosa. La profondità della tua analisi è seconda soltanto alla tua bellezza”.
E come non citare il tipo che ‘osa’ valicare i confini della tastiera?
E’ quello che ti invita a eventi culturali come kermesse di musica classica e altre cose di cui in realtà non gli frega nulla. Ma a smascherare il suo impegno culturale basta poco. Basta dirgli: “Ah, vuoi portarmi a vedere una rassegna sul cinema espressionista ungherese? Mannaggia, lo odio, e dire che oggi volevo venire a letto con te. Ma pazienza, ci andrò con Riccardo, Buona visione.”

Infine, c’è quello del genere “guarda quello che ho“. E il suo ‘avere’ spazia dai muscoli guizzanti come anguille nel secchio ( tentano di scappare ma quel petto è troppo stretto) al gommone di 2 metri e mezzo ( ma in foto vedi solo lui, nocchiero in mezzo al mar); ed ancora alla mostra di lui in sella alla moto del cugino di suo cognato, che si è fatto prestare ( la foto postata non mostra che la potente due ruote è sul cavalletto).

errori-grammaticali-sul-muroMa poi, fra tutti, ce n’è uno da cui scappare all’istante: quello che ti dice “Hai loviù“.

Insomma, cara donna di Facebook, hai quasi tutti gli elementi per riconoscerli i tastieromani. Se poi vuoi un corteggiatore vecchio stampo, che ti stende con uno sguardo, che ti affascina pur parlando di vino anche se ti ubriachi alla sola vista di un grappolo d’uva, che ti ipnotizza con il lento gesticolare delle sue mani o, meglio, che ti propone con estrema naturalezza di scegliere tra una salsicciata sulle nuvole o una marcia a piedi nudi per spegnere il web, non avere dubbi: scendi in strada.

Patrizia Vita

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