Dott.ssa Maccà, quale è il primo passo da insegnare ai genitori per  migliorare l’alimentazione dei bambini?

Il primo passo fondamentale per insegnare ai genitori a migliorare l’alimentazione dei propri figli è l’acquisizione di consapevolezza che sono i fatti, e non le parole, a contare: sono infatti le abitudini alimentari della famiglia, prima di tutto, a condizionare quelle dei bambini. Le preferenze e le scelte dei genitori, così come l’abitudine di mangiare insieme, almeno una volta al giorno, rappresentano fattori molto importanti per permettere ai bambini di acquisire le giuste abitudini a tavola.

 

Non vi è dubbio che tra gli errori più comuni che caratterizzano l’alimentazione dei bambini dai 3 ai 12 anni rientrino:

* un eccesso calorico rispetto alla spesa energetica quotidiana, aggravato dalla sedentarietà;

* un ritmo dei pasti inadeguato, caratterizzato dall’abitudine di saltare la prima colazione o di assumere una colazione inadeguata, merende eccessive (che finiscono con l’impoverire i pasti principali di alimenti preziosi quali cereali, frutta e verdure), e abitudine ai fuoripasto (spesso rappresentati da snack dolci e salati, accompagnati da bevande zuccherine).

Due abitudini sull’alimentazione dei bambini che sono sbagliate e dannose: saltare la prima colazione e chiudere sempre i pasti con un dolce al posto della frutta (gelato, biscotto, cioccolatino): come evitarle?

Un’alimentazione regolare rappresenta la prima “garanzia” di una vita sana ed adeguata: è stato infatti dimostrato che i bambini che consumano regolarmente la prima colazione hanno generalmente un peso più basso dei loro coetanei che non la consumano, proprio perché l’abitudine di fare la prima colazione è associata ad uno stile alimentare più regolare ed adeguato. Ricordando sempre che il buon esempio è la prima regola che conta per educare i bambini ad una sana alimentazione, sarebbe importante, almeno nel fine settimana, fare colazione tutti insieme. Cosa mangiare? Almeno un alimento del gruppo del latte e derivati, come lo yogurt (evitando l’aggiunta di zuccheri per gustare il sapore naturale del latte) e un alimento del gruppo dei cereali (pane, biscotti secchi, cereali, fette biscottate), ma anche un cucchiaino o due di marmellata e cioccolata non vanno negati.

Se il bambino non mangia a sufficienza a tavola, tenderà a chiedere successivamente di mangiare fuoripasto: si genera in tal alimentazionemodo una pericolosa alterazione del ritmo dei pasti, aspetto cui sin dall’infanzia è importante dedicare la giusta attenzione, perché di primaria importanza nel garantire un’alimentazione sana ed adeguata. Per questo motivo è importante il momento della merenda. La merenda dovrebbe coprire solo il 5 – 10% del fabbisogno giornaliero: dunque, circa 100 kcal per i bambini dai 3 ai 5 anni, 120 per quelli di 6 e 7 anni, 140 kcal intorno agli 8/9 anni e 180 dai 10 ai 13 anni. Torte e dolci fatti in casa possono andar bene, a patto che le porzioni siano adeguate: al di là della “genuinità” infatti, i dolci fatti in casa non sono esenti dall’apportare calorie, zuccheri e grassi. Piccole porzioni di pizza o focaccia (al massimo 30 g/40 g), di preparazione artigianale o fatta in casa, yogurt, ma anche un piccolo panino (30/40 g) con prosciutto o marmellata, cracker o crostini non salati in superficie possono essere alcune delle alternative da proporre.

Infine, dottoressa, perché i bambini non amano un’alimentazione costituita da frutta e verdura?

Come già detto, è la famiglia a rappresentare il posto giusto per la costruzione delle preferenze dei bambini. Ci sono molti dati che dimostrano come i figli dei genitori che consumano regolarmente frutta e verdura la consumino altrettanto regolarmente. Non è sempre vero, dunque, che ai bambini non piace la frutta, e soprattutto la verdura: possono non essere abituati oppure è possibile che non gli vengano offerte nel giusto modo: ad esempio si chiama “offerta ripetuta” quella che in parole povere è la buona abitudine di continuare a proporre al bambino alimenti o piatti a lui poco graditi, correndo il rischio che non li consumi, nella consapevolezza che questo gli permetterà di familiarizzare con essi, imparando ad accettarli e magari anche ad apprezzarli. Ciò che invece troppo spesso capita è il contrario, ovvero si evita di preparare ed offrire ai bambini piatti (verdura, frutta, ma anche pesce) che sappiamo non essere loro graditi e che per questo abbiamo il timore che non consumino.

Inoltre, è molto importante educare il bambino a bere molta acqua naturale durante i pasti, tenendolo alla larga da tutte le bevande zuccherate e gasate o abituandoli ad un consumo solamente “occasionale”, associato a feste e ricorrenze particolari.

Barbara Fabris

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