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Cancro, un malato su 5 rischia la povertà

Chi deve affrontare la propria battaglia per la salute e la vita contro il cancro, sa che non sarà soltanto una lotta clinica, ma anche economica.

Infatti, secondo l’Aiom (Associazione italiana oncologia medica) nel nostro Paese, un paziente su 5 rischia il tracollo finanziario.

I risultati di questa statistica, insieme alle cause principali che incidono sul portafoglio dei malati di cancro, sono stati presentati per essere discussi a Chicago, dove è in corso il 53/mo Congresso dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO).

Per la prima volta, alla presenza di 30mila oncologici provenienti da tutto il mondo, si è parlato di “tossicità finanziaria” delle malattie neoplastiche, cosa che in Italia è ancor più vera che in America a causa di una palese disparità degli standard dei servizi garantiti da Regione a Regione.

Un problema di razionalizzazione e migliore gestione della spesa sanitaria che poteva essere più facilmente risolto con l’applicazione uniforme su tutto il territorio nazionale delle cosiddette “Reti oncologiche”. Quest’ultime prevedono un sistema integrato di servizi per il paziente oncologico che dove applicato ha dato ottimi risultati in termini sia clinici che economici.
Il Servizio Sanitario Nazionale non riesce a tenere il passo con il resto d’Europa: nel 2015, la spesa sanitaria totale ha assorbito in Italia circa il 9,0% del Pil, contro il 10,4% dell’Europa occidentale. E sempre nel 2015, in Italia la spesa per i farmaci anticancro è stata pari a 4 miliardi e 175 milioni, con un incremento del 7,1% rispetto al 2014.

Ricorda Stefania Gori, presidente eletto Aiom, “ è stato introdotto per la prima volta da parte del governo un Fondo di 500 milioni di euro destinato ai farmaci oncologici innovativi. Una decisione importante che rappresenta il punto di partenza per un ‘Patto contro il cancro’, che veda insieme Istituzioni e clinici”.

Tra le cause che determinano il default finanziario non vi sono solo le cure in sé, ma anche la precarietà o perdita del lavoro conseguente alla malattia e per molti le spese che si è costretti ad affrontare per “migrare” nelle Regioni che garantiscono livelli più elevati di assistenza e cura, un problema questo, soprattutto, per i pazienti del Sud.

Rendere le cure sostenibili sta diventando un imperativo non solo in Italia, ma ovunque nel mondo. Infatti, più dai nostri laboratori viene fuori una nuova terapia, si pone immediatamente il problema per i Servizi Sanitari di far fronte alla copertura economica necessaria per la diffusione del nuovo protocollo.

Un dato su tutti: oltre 20 tipi di tumori sono stati trattati con uno o più dei 70 nuovi trattamenti lanciati negli ultimi 6 anni, portando la spesa mondiale per il cancro a 107 miliardi di dollari nel 2015. Ed è previsto un aumento fino a 150 miliardi di dollari nel 2020.

Fino a pochi anni fa, sottolinea il presidente Aiom Carmine Pinto, “era un problema confinato agli Stati Uniti, oggi interessa anche il nostro Paese. Un’analisi di 16 sperimentazioni condotte tra il 1999 e il 2015, a cui hanno partecipato 3.760 pazienti italiani colpiti da tumore del polmone, mammella o ovaio, ha infatti evidenziato che il 22,5% presentava ‘tossicità finanziaria’ e un rischio di morte nei mesi e anni successivi del 20% più alto rispetto ai malati senza problemi economici. L’analisi è stata condotta dall’Istituto Nazionale Tumori ‘Pascale’ di Napoli, e si tratta di dati preoccupanti perché evidenziano come il contraccolpo finanziario dovuto alla malattia si riverberi in un peggioramento della prognosi”.

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